sabato 15 agosto 2015

Big Ben (...per il momento, non quello di Londra)

Dopo due anni di attesa, dopo un primo tentativo che non può dirsi fallito, in quanto nemmeno partito, rieccoci a Fort William, per la scalata del secolo.
Le voci che si susseguono nei giorni precedenti la grande impresa, parlano di minimo 7 o addirittura 8 ore di faticosa e rischiosa avventura. Si parla di centinaia di morti annuali nel tentativo della conquista della vetta. Le cronache raccontano di più incidenti su questo impervio picco che non sulla vetta dell'Everest.
La mattina designata per la conquista dell'ennesimo primato da parte del team dell'Ok Bovec, altre notizie provenienti dall'ufficio informazioni di Drunmachslcavol aggiornano il tempo da preventivare per ascesa e discesa dal mitico e quasi inviolabile Ben Nevis, in ben 10 ore di marcia.

Ma a questo punto il capo spedizione ha deciso che la cima va conquistata in tutti i modi.
Dopo accurata pianificazione e valutazione di tutti i rischi del caso, la stima vede 2 ore per l'ascesa e circa 1 ora abbondante per la discesa. I compagni della spedizione sono un po' scettici riguardo ai dati snocciolati dal capo spedizione, ma alcuni spiragli emergono dai racconti dell'ultima ostellante che parlano di due ragazzi che in tempi non remoti hanno conquistato la vetta di corsa e dopo la loro epica impresa, hanno proseguito la marcia conquistando numerose altre vette inviolabili della Scozia centrale. All'alba delle 11 di mattina, che è evidentemente l'ora più adatta per una scalata di tale portata, muniti di una mappina dettagliata della zona, ci vestiamo e partiamo per l'avventura.

Altri piccoli indizi di quanto le notizie raccolte sino ad allora siano un tantinello esagerate, arrivano da una veloce occhiata nel parcheggio del campo base 1 del Ben Nevis.
Sostanzialmente c'è di tutto. A parte che se la salita è così impervia e pericolosa, non capisco cosa ci facciano tutte queste macchine nel parcheggio e tantomeno perchè così tanta gente parta così...ehm tardi. Perchè siamo seri!!! Partire alle 11 del mattino per farsi 10 o 8 ore di passeggiata in montagna, non è esattamente un'idea geniale.

Comunque, pronti via.
Non siamo nemmeno partiti che incontriamo l'allenatrice della nazionale svizzera di corsa d'orientamento con gentile compagno. Sorridenti, hanno appena finito la loro "corsetta" stampando un bel 1.22 per salire e 55 per scendere. Ma non ci volevano 7 ore ad essere super ottimisti?
Ci raccontano di mandrie di persone in ascesa e di difficoltà nel passare per salire.
Mmmm, sarà tutta gente con bombole d'ossigeno, ramponi e varie attrezzature d'alta montagna?

Iniziamo la salita e...c'è di tutto!
Noi siamo ovviamente attrezzati con zainetto, pantaloncini, maglietta e giacchina anti vento/pioggia.
Gli altri vanno da pantaloni antipioggia, piumino, scarponi tipo alpini durante la spedizione di russia, ciabatte, dr. martens, snickers, pantaloni corti, lunghi, pesanti, borse a tracolla, gente che sale con i sacchetti della spesa, uno con zaino affardellato che nemmeno in guerra, zainetti di Winnie The Pooh (portato NON da un bambino).
Tutto questo scalfisce definitivamente i nostri timori verso la montagna.
L'ascesa è dura e sicuramente pericolosa se il tempo non è buono come in questo momento.
I paesaggi sono decisamente scenografici.
Il raggiungimento della vetta è una mezza agonia di noiosa salita in mezzo ai sassi.
La cima sembra una piazza durante la festa dell'Unità.

La conclusione è che siamo saliti in poco meno di due ore, scesi in qualcosa in più di un'ora.
Durante la discesa ci ha anche superato un ragazzo che correva in mezzo alle rocce come un piccolo stambecco inferocito.

E?
Sono due giorni che fatichiamo a camminare come due persone normali!

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