venerdì 11 ottobre 2013

Una sola parola: "O-marathon"

 O-marathon!
Più che una gara, un'avventura.
Tutti gli anni, da sei anni a questa parte, un gruppo di orientasti più o meno autolesionisti, si ritrovano dalle parti di Folgaria, passo Coe, per questa avventura di un giorno.
In realtà per quelli veri e forti, si tratta di una corsa un po' più lunga del normale. Si parla di 3 ore abbondanti di bosco.
Per il resto della truppa, siamo sulle 4 ore e più.
In molti vedono in questa gara una specie di test per capire se si è ancora capaci, se si è ancora abbastanza giovani, se il fisico ci segue o sono loro ad inseguirlo….
Se la testa va ancora o si sono perse tutte le speranze….
Ebbene, io faccio parte di quelli per i quali questa gara rappresenta qualcosa in più di una semplice gara (che tra l'altro di semplice ha veramente poco).
Quattro anni fa, più per caso che altro, parlottando con i famosi GOK (acronimo di????) mi feci convincere a partecipare alla mia prima O-marathon (seconda edizione).
Avevo praticamente abbandonato il mondo dell'orientamento o comunque lo frequentavo moooolto sporadicamente e praticamente solo in terra rossocrociata.
Si parlava di tre o quattro gare all'anno senza alcuna pretesa. L'allenamento c'era e tra le altre cose ero allenato più di quanto lo sia adesso.
In quell'occasione nasceva la mitica squadra d'orientamento dell'OK Bovec. Unico socio fondatore…io!
I ricordi di quella gara si limitano ai crampi manifestatisi a tre o quattro punti dalla fine. Fortunatamente riuscii a concludere la gara, ma i giorni a seguire mi videro camminare, o meglio arrancare, in condizioni abbastanza pietose.
L'edizione seguente mi vede partecipare ancora una volta come unico componente dell'OK Bovec, mentre l'anno dopo arriva Metka e i colori difesi sono quelli del Panda Valsugana.
L'anno scorso invece ci ha visti iscritti ma non partecipanti.
E arriviamo a quest'anno.

La gara doveva svolgersi a giugno, ma la neve ha causato lo spostamento ad inizio ottobre.
Personalmente credevo finita la mia stagione orientalistica con la prova di staffetta dei campionati italiani e avevo rimosso questo evento dal mio calendario biologico.
Invece, mi sono ritrovato a guardare con sgomento le lunghezze della gara di quest'anno. Quasi 33 chilometri sforzo…. Allora, normalmente una mia gara arriva al massimo massimo a 10/12 chilometri sforzo. Qui si tratta di tre volte tanto.
Mah, che dire, fare, pensare…. Iscriversi in M35 ha poco senso. L'O-marathon è la Gara per definizione ed in quanto tale va corsa in Elite. Non è che me l'ha consigliato il medico e nemmeno lo psicologo. Ma ripensandoci, forse, un giro da uno bravo prima o poi dovrò farlo.
Insomma, una settimana di pensieri vari sul perché andare, perché in elite ed infine sul ce la farò ad uscirne vivo deambulando in modo perlomeno onorevole il giorno dopo?
Tempo per tirarsi indietro non ce n'è. Il tempo meteo sembra essere contro di noi. Le previsioni danno freddo e pioggia.
Insomma, la gara si fa e speriamo in bene per la mia incolumità.
La cronaca della gara ve la risparmio. Mi limito ad alcuni pensieri sparsi. (che a posteriori risultano essere un po' più di un paio…)
Pronti via e mi insedio tranquillo tranquillo all'ultimo posto o nei d'intorni dell'ultimo posto. Poco importa, tanto il mio problema è di preservarmi e di finire la gara.
Il primo giro è tranquillo e lo finisco senza troppi patemi, a parte una strada/sentiero che in cartina proprio non riesco ad individuare.
Secondo giro.
Mi sento ancora discretamente bene. So di non essere ultimo, anche se la cosa continua a non preoccuparmi per niente. Faccio le mie scelte ed un po' più affaticato concludo il percorso.
Cambio chip, cambio carta e via per un nuovo punto numero uno.
Perché tutti i giri ripartono dall'uno.



Corricchio verso la prima lanterna e do un'occhiata al giro che mi aspetta. Cavoli, bello lunghetto. guardo le distanze e leggo 7 km con 200 m (circa). E penso….praticamente una mia tipica gara lunga.
Verso metà gara incrocio Metka che mi dice che è al secondo giro e che nella zona dei punti 3 e 4 è un bel casino.
Va beh, continuo, finisco la mia farfalla e vado verso gli ultimi punti.
Concludo il giro discretamente affaticato e nella testa continua a ronzarmi un pensiero.
Se il primo giro era intorno a 5 sforzo, il secondo giro era intorno ai 7, il terzo circa 9…
5 + 7 + 9  = 21
mmmm
33 - 21 = 12
no no, devo aver sbagliato qualcosa
l'ultimo giro non può essere 12 sforzo
in queste condizioni sarebbe impossibile correre (ok ok, non correvo più da metà secondo giro….) per così tanto
ultimo punto, consegno chip e cartina
prendo la cartina
guardo….

9 chilometri con 300 metri di dislivello!!!!
ma siete completamente PAZZI ???
Ho una certa età IO (infatti non dovrei essere in elite, ma questi sono particolari secondari)
12 SFORZO ????
Ok ok, io mi fermo
mi porto in zona borse e mi siedo bello tranquillo
tiro fuori la thermos, mi verso un bel the caldo
mi mangio una barretta e guardo sconsolato la cartina
è lunghissima, niente farfalle e tanti trattoni lunghi che io digerisco veramente poco e male
e poi….la in fondo, ci sono le lanterne 3 e 4, quelle di cui mi parlava male Metka quando l'ho incrociata….
va beh, mi faccio dare il camel back dal Dipa (grazieeeee, mi hai salvato!) e parto verso il primo punto.
sul tragitto incontro un Erebus Vicenza che mi guarda e mi dice "Io mi ritiro"
partiamo bene….
IO NO, per adesso proseguo, poi vedremo.
Le gambe mi fanno malissimo. L'indicatore di energia è sotto la riserva.
Ma chi se ne frega. Faccio qualche punto ancora e poi vediamo.
Arrivo alla 2 e mi dico che ne mancano solo ancora 13.
Una per volta e arrivo alla fine.
Guardo la 3 e vedo che la zona non è delle più semplici.
Decido di attaccarla nel modo più semplice possibile, senza inventarmi niente e….
mi ritrovo completamente perso, da solo, senza più riuscire a mettere a fuoco ne la cartina ne tantomeno le forme e la vegetazione che mi stanno intorno.
S F I N I T O
Sarä la fine della gara? Il secondo ritiro nel giro di un mese dopo quasi vent'anni di carriera orientalistica segnati da due soli ritiri per manifesta inferiorità?
Ci provo ancora un po', ma niente.
Finché non sbucano dal bosco altri due orientasti. quinti frazionismi delle staffette.
Con loro, dopo lunghe ricerche ed un ritrovato vigore, troviamo la 3. Ci incasiniamo sulla 4, ma la troviamo.
Andiamo alla 5 e ci incasiniamo di nuovo…
Sarà mica meglio se riprendo a fare gara da solo visto che mi sembra vadano sempre nella direzione opposto a dov'è il punto e a dove voglio andare io?
E così sia, ritorno a fare gara da solo.
6,7 ok
andando alla 8 c'è nuovamente vita. Incotro Bezzi e vedo in lontananza un altro Erebus e un non ben specificato orientista.
Il Bezzi mi dice che 8,9,10,11 sono ancora una mazzata, ma da lì in poi è tutta in discesa.
Proseguo con passo lento lento, ma veramente lento.
Alla 10 raggiungo l'orientista non ben identificato, il quale mi dice che l'Erebus si è ritirato.
Continuiamo fino alla fine insieme.
Poi, in vista della 100 l'ancora non identificato orientista sprinta e va a concludere davanti a me.
Io non ce la faccio a correre più forte di così (ovvero a circa un ritmo pari ad un pensionato che si avvicina ad un cantiere edile…) e lo lascio fare, anche se sinceramente non vedo il motivo per correre così.
Va beh.
Arrivo ULTIMO, ma arrivo.
Chiudo ufficialmente la sesta edizione della O-marathon.
Sette ore e quattordici minuti.
Sessantatre minuti alla 3. SESSANTATRE MINUTI?????
Eh sì, il punto più lungo della mia vita.
Poi ho scoperto che li si sono ritirati in molti.
Che siamo partiti in 19 elite ed abbiamo concluso in 9.
Che non sono allenato.
Che non so se rifarò l'O-marathon in elite (a questa non ci credo nemmeno io….)
Che la differenza tra un eroe e un deficiente è minima. E non so ancora se essere stato in giro 7 ore e 14 sia una cosa da eroe o da deficiente.
Probabilmente non c'è una risposta univoca.
L'importante è che il lunedì seguente sia stato in grado di camminare, non molto sciolto, ma camminavo.

Questa gara è una brutta bestia, ti ammazza di testa e di fisico.
Se non la finisci la testa non te lo perdona.
Se la finisci il fisico non te lo perdona e la testa….nemmeno.

Mah si, va provata, va corsa, va finita, oppure no….
Bisogna fare quello che si riesce senza pensarci troppo.
É onorevole finirla, ma anche non finirla.
L'importante é capire il proprio limite e non oltrepassarlo….troppo.
Perché in questa gara, per la maggior parte delle persone (parlo di quelli che stanno in giro più di 4/5 ore) il limite si oltrepassa, bisogna non oltrepassarlo troppo.
Bisogna evitare di farsi del male. Il ritiro è una soluzione. Finire camminando è un'altra.

Ci vediamo alla prossima O-marathon :)

Finish.

sabato 24 agosto 2013

Back home

Here we are, again on the road and again towards a two days of orienteering.
But we have to go back to Scotland to tell something about our last days abroad. Ok, we are actually abroad also at the moment, but this is our blog's next stop.
So, back to Skye!
The last day on Skye brought us to a boat trip to a nice lake in the middle of nowhere.
Unfortunately the weather hasn't been friendly to us. Typical scottish, winter, autumn, spring, but no summer that day.
The mission was to enjoy the landscape and to see a seal colony living in the bay we were sailing to. Mission accomplished.
A lot of bored and static seals sleeping on rocks were lazily looking at us, wondering who we were and what was our business over there…
During the short walk ashore we saw a couple running on the other side of the lake to confirm that we aren't the only crazy people running everywhere!
After this last trip on Skye, we drove to the famous and great town of Tarbert. Avoid it!!!!
We went there just because that was the only place where we found an available room.
And once there we understood why there were vacancies in Tarbert and why the room in that particular B&B was available.
The town is almost dead. Our B&B was…ehm…I want to be gentle…let me say just particular or eccentric.
A really old house, with an old gentleman running it.
If you need a place just to sleep, it's acceptable, but if you are looking for a B&B, go somewhere else.
What's wrong with Tarbert?
Almost nothing, but it is a town with a rich history of fishing and ferry traffic. And now no one is fishing any more and ferries went elsewhere. long time ago.
And what where  we doing in Tarbert?
Nothing, just sleeping the night before going to the whisky mecca, Islay!
Islay is the island where all the famous smoked whiskies are distilled. Unfortunately there weren't many ferries going there and all of them where fully booked.
The only chance to get there was without our car and having a lovely stroll.
The Ardbeg distillery is about 4 miles from Port Ellen and we hitchhiked over there quite easily.
The distillery tour was really nice. We have chosen the longer tour with the final tasting of all four Ardbeg whiskies.
A lot of history and a quite annoying german guy…
It was his fourth time in the distillery and he was acting like it was his house.
Insistently explaining things leaving the guide just politely smiling and touching everything.
But the most surprising fact occurred at the end of the tour.
During the tasting he took out a little bag full of empty miniature whisky bottles.
Yes…He'd filled four or five bottles with the whisky given for the tasting, labelled all of them and took them away.
My question is W H Y ???
Actually, I don't want to know.
After Ardbeg we went to see Lagavulin (it was completely empty, there was just a clearly bored girl sitting at the entrance desk) and Laphroig.
There we have tasted a couple of their whiskies and then walked on.

After we left Tarbert, we drove to Glasgow.
The last two days in Scotland were just 'watch and don't buy' days…
Our luggage was really really…really full!
We went to see the Scottish Owl Center and the Botanical Gardens of Glasgow.
The Scottish Owl Center is very interesting.
They have more than 200 owls belonging to 40 different species. A lot of them are trained and you can see them flying during a demonstration.
Altogether, we have seen two demonstrations and six different owls.
The funniest owl has been the last one.
A 45 days old owl. It started the show from a box. You could see just its small head peeping out of the box. It was watching around and thinking what to do.
Finally the trainer took the owl out of the box and placed it on the top of a pole.
Once there, the little owl began to stretch his wings and to look around.
It was just beginning to learn to fly, so no flying around but just looking around.
If you happen to be in Glasgow or in Edinburgh, go to see them!
What about the Botanical Gardens?
They are huge and…FREE!
So many plants from all over the world. Finally I'd managed to show Metka the strange tree from New Zealand. I've learnt during my trip in Kiwi-land that captain Cook have brought a sample of that tree to London thinking that he had discovered a new plant species. But later they discovered, that that particular tree species changes the shape of its leaves after reaching a 6 or 7 feet hight. And they have already discovered the adult version.
The tree we've seen in Glasgow was still young: in his short and young version. Now I have to find an old and high version.
Going to New Zealand to look for it? Who knows…
Once we finished admiring the glasshouses of the Botanical Garden, we stopped in the park. Glasgow was hosting an international Pipe Band competition in that period. Bands from everywhere took over the city and some of them where practising in the park at the botanical gardens. The band we listened to was from Canterbury, New Zealand (again kiwis…).
After some good music, the best thing to do is to go in a pub for a beer (An Mor is a good choice if you are in West End). We've chosen Ashton Lane. A really busy and nice street full of public bars. Then a typical scottish dinner at Karen's place (pizza!) and the last sleep before returning home.

Our only worry at the airport was the weight of my backpack. A perfect 20.1 kg weight. 20 kg was the maximum weight for the check-in luggage.

And now…driving towards Delemont for two days of Swiss orienteering.

venerdì 9 agosto 2013

Il cormocane ed i suoi amici

Diciamo che la tecnologia ultimamente non ci è del tutto amica, o forse ci è talmente amica da averci fatto staccare per un po' dal mondo "reale".
Tra spostamenti vari e passaggi in zone quasi disabitate, le nostre avventure scozzesi ci hanno portato a finire gli impegni agonistici e ad iniziare una personale scorribanda per i territori degli highlander.
Innanzitutto una breve parentesi sulla sei giorni. Purtroppo tra me e Metka, abbiamo infilato un paio di PM nelle ultime due gare. Quello di Metka è stato decisamente meno doloroso, in quanto è comunque riuscita a rientrare nella zona "Silver", ovvero nella parte di classifica dove i concorrenti vengono premiati (sostanzialmente pagando...) con il Silver Badge della competizione. Al contrario, il mio PM non mi ha permesso di rientrare nemmeno nella "Bronze" zone per soli due miseri punti.
Vorrà dire che fra due anni saremo di nuovo qui a lottare contro il tempo tra le dune e tra le felci!

Bye bye, Cullen!

Finite le gare, siamo partiti verso l'estremo nord per poi scendere in maniera non proprio decisa fino alla Mecca di molti amanti del whisky torbato, la tanto difficilmente raggiungibile isola di Islay.

RAF Roseisle
La salita verso nord ci ha portato a passare nelle zone meno densamente popolate del paese, ma con una natura spettacolare, specialmente quando il tempo non fa i capricci. E devo dire che di capricci ne ha fatto pochi per adesso. Quasi tutti i giorni abbiamo provato l'ebrezza delle quattro stagioni in ventiquattro ore. L'importante è che la successione delle stagioni sia buona. Inverno la mattina e la sera, autunno/primavera ed estate durante il giorno.
Difficile mettere insieme tutto quello che abbiamo fatto e visto, ma un piccolo riepilogo non si nega a nessuno.


Black Isle barley fields

Black Isle Brewery

Cadboll Stone replica, Glenmorangie

Unfortunate swift... Glenmorangie

The smallest Scottish ferry. Nigg to Comarty

Dicevamo, salendo abbiamo visto il passaggio di un gruppo di delfini del luogo, molto vicini ad un promontorio. Nello stesso posto è stato avvistato l'ormai mitico cormocane, di cui parlerò a parte (forse).
Ancora più in su (con i delfini ci trovavamo sulla Black Islay), abbiamo optato per un trekking alla nostra maniera. Gita alla Sandwood Bay. Normalmente è una passeggiata di mezza giornata che porta ad una spiaggia di sabbia totalmente deserta ed in teoria selvaggia. Nel nostro caso si è trattato di un bell'allenamento di circa un'ora e venti con pausa sulla spiaggia e sguardi sorpresi da parte delle persone che abbiamo incrociato.
Loch Na Gainimh

Over the Sandwood Beach

Sandwood Beach




Il seguente viaggio verso il B&B di turno, ci ha portato davanti alla casa di una coppia di signori. Peccato sia un tantinello fuori mano, ma questa coppia vende del salmone affumicato che è incredibilmente buono. Vi è anche la versione salmone sotto forma di paté! Altrettanto buona ma forse un po' troppo salata. Un paio di pacchetti sono ancora in macchina e spero che riescano ad arrivare sino a casa sani e salvi.
In sostanza, senza troppo girarci intorno, sono tre giorni che andiamo avanti a salmone con qualche piccola deviazione verso crostacei e molluschi. Cosa volete farci, qui si mangiano queste cose e noi non possiamo far altro che adeguarci ad i costumi locali!

Fashionable B&B in the middle of nowhere (Stoer, NW Highlands) with a bath...
... and a fashionable salmon-based meal with strawberries and sparkling wine, of course.

Scendiamo ancora e dopo una notte in mezzo al niente più assoluto, approdiamo sull'isola di Skye. Qui il racconto si ferma dopo aver detto che ci siamo organizzati un nuovo allenamento/trekking durante il quale mi sono veramente goduto la parte finale, e due gite, una su Handa (isola nota per la varietà di uccelli che ospita) e un giardino dove l'influsso della corrente del golfo permette la sopravvivenza di specie che qui non avrebbero nessuna possibilità di proliferare.
Per il momento passo e chiudo.

venerdì 2 agosto 2013

Scozia - Giorno 5



OK Bovec going international. Part I. This time the flag was there just because of us :)


OK Bovec going international. Part II

OK Bovec going international. Part III.

Assembly Day 2
Satisfaction. Loch of Boath, Day 4
Confusing dunes *&%$^%&** Roseisle, Day 5

Typical Scottish summer :) Taking a sunbath in Roseisle
 

Last day, last final sprint. Coulmony and Belivat

Tra pigrizia e poco tempo sono passati un po' di giorni dall'ultimo post.
Quattro gare, anzi cinque considerando la gara da "fermo".
Per quanto mi riguarda, la forma fisica ed il livello generale dei vecchietti terribili (difficile chiamare in modo diverso i partecipanti alla mia categoria, specialmente nella sua versione long) mi porta a stazionare stabilmente nelle retrovie delle retrovie. Per il momento ho agilmente evitato di chiudere le classifiche, a riguardo ringrazio con particolare calore lo spagnolo Salvador che continua a piazzarsi dietro di me!
La gara da "fermo", detta trailO, mi ha visto finire nono su più di cento partecipanti. Attendo l'analisi degli avversari da parte del coach per capire se sia un nono di qualità o un nono per manifesta inferiorità.
Tra le varie vicissitudini di questi giorni c'è la figura di Tarquin. Militare scozzese (o inglese) che corre nella categoria sopra la mia. Ci siamo incontrati in gara il primo giorno e poi praticamente ci siamo reincontrati tutti i giorni a seguire. Durante la seconda tappa mi vedo arrivare questo omone che mi saluta chiamandomi per nome... Ieri finalmente ho capito chi fosse ed abbiamo chiaccherato prima della partenza.
Le attività extra gara ci hanno portato a visitare il Cawdor Castle, conosciuto per la sua associazione a Shakespeare (Machbet), il paesino di Portsoy che ha poco da dire avendo solo un piccolo pub ed un negozietto di artigianato locale, ma quel poco da dire è molto piacevole.

Quello che rende speciale questo paese è ovviamente la gente.
Una volta seduto in un pub a gustarti una birra, capita praticamente sempre di venire a contatto con qualche persona del luogo, un po' perché allegra (la birra agevola) un po' perché socievole di natura.
Anche questa volta non sono rimasto deluso. Nel pub di Cullen ormai siamo di casa e tutti gli abituali frequentatori si premurano di salutarci e scambiare quattro parole più o meno veloci con noi. Anche a Portsoy abbiamo fatto la conoscenza di un paio di personaggi simpatici che ci hanno dato consigli su posti da visitare, distillerie da non mancare (con tanto di fogliettino esplicativo su come raggiungerle) oltre che di introvabili whisky da assaggiare (Glenglassaugh Family Silver 1973 - a dir poco straordinario).
Fra due giorni sarà giunta l'ora di muoverci e di puntare verso nuove mete.
Speriamo di riuscire a farci dare qualche ulteriore consiglio su dove andare.
Magari stasera interroghiamo il nostro ospite nella speranza di ottenere preziose indicazioni.

Pensieri sparsi.
TrailO - a fine gara, lezione di "queuing", ovvero il concetto di fila anglosassone. Grazie a Peter per le spiegazioni e per aver allietato la lunga attesa per i punti a tempo
Doughnut - pregara...questa prelibatezza non va mancata. Bisogna però sperare che l'olio ci sia, che sia bollente, che la gente non li abbia già comprati tutti, che la sciura che li fa abbia voglia di farli e anche di venderli ed infine che Metka non si lasci sfuggire di mano la tua parte facendola cadere per terra....su una cacca di mucca :(
Gara - inseguire una concorrente in un pratone con l'erba altissima. Sentiero orientistico tutto curve....tu dietro di lei a ritmo lento che ti senti come un depravato che cerca di raggiungere la preda O_o
Gara 2 - perché riempire il terreno di gara di enormi lamponi ed altrettanto enormi mirtilli???? se sono in gara non posso di certo fermarmi a mangiarli altrimenti Salvador rischia di superarmi

domenica 28 luglio 2013

Back in Scotland


Domenica 28 luglio, ore 8.05 AM, Cullen (...e non iniziate con le battutine), Scozia.
Situazione meteo, sole e cielo azzurro (ieri...), pioggerellina modello UK (...oggi)
Dopo aver affrontato un viaggio in treno con le mitiche ferrovie Nord (temperatura esterna 36°, temperatura interna 15°), il bus navetta T1->T2 (temperatura normale), il volo easyjet (nuovamente 15°) e lo spostamento in macchina da Edimburgo a Cullen (si ok, siamo in Cullen al mondo...) eccoci pronti per la prima colazione scozzese e poi per la prima tappa della 6 giorni di Scozia.

36 degrees C, overheated, still in Como, first train to catch
Tornando indietro di un giorno, l'arrivo a Edimburgo è già discretamente traumatico. Visto che la partenza di tutto è verso le 13, nessuno dei due è riuscito a pranzare e tantomeno a recuperare del cibo per il viaggio. Arrivati in Scozia, ci ritroviamo affamati ed intrattabili. Il grosso problema, al quale dovremo adeguarci nel più breve tempo possibile, è che la vita qui si svolge con ritmi totalmente diversi dai nostri. Alle 19 è quasi impossibile recuperare del cibo caldo. Le cucine dei pub sembra chiudano alle 19... Noi riusciamo dopo varie disavventure (saliamo sulla collina sbagliata, passiamo in un zona decisamente ambigua dove tante macchine parcheggiate in riva al mare, sono piene di uomini, uno per macchina, ed ogni tanto sbuca qualcuno di loro dai bushes con fare un po' trasognato...) arriviamo ad un pub. Sono le 2215 locali, 2315 per noi, e ovviamente di cibo non se ne parla. Le uniche cose che si possono comprare sono birra e pacchetti di patatine. Direi che come inizio non è male.
Edinburgh and blue sky :)

Dinner...



La seconda cena sarà a base di Fish & Chips e Coca Cola...netto miglioramento verso non so dove.
Speriamo tanto nella cena di stasera e ancor di più nella colazione di stamattina.
Ieri... visita veloce ad Edimburgo, colazione in un posto carino a base di tea, uova e salmone; sortita veloce in libreria per recuperare una guida e a sorpresa due libri da leggere durante il viaggio; spostamento verso nord rendendoci parte dell'esodo scozzese verso le rinomate località balneari nazionali (credo che la parte balneare delle località non si riferisca al mare ma all'acqua che viene giù dal cielo); tappa alla distilleria di Dewar's; deviazione veloce in un'amena località delle Higlands dove riusciamo a fare provviste ed infine arrivo a Cullen.
Ah dimenticavo, ad Edimburgo c'è stata la solita tappa al negozietto di Backed Potatoes. Me le ricordavo un po' meno aggressive...

Edinburgh


Backed Potato. Medium size. One filling. Mission aborted after two days...
Is this the "right" lane???? Where is the first gear????!!!! .... heading North on M90
Murray's Whisky Bible 2013

Dewar's distillery museum, Aberfeldy

Dewar's distillery, Aberfeldy


First stop at the gas station, Forres

Cullen's beach

Low tide, Cullen

Cullen

Three Kings, Cullen