giovedì 20 giugno 2013

Happy nation

https://www.youtube.com/watch?v=WewhSwe3pnw

Questo era il tormentone di oggi su Radio 105, All that she wants degli Ace of Base.
Erano gli anni '90 e la musica si ascoltava ancora sulle cassette.
Non riesco a ricordarmi la provenienza di quella copia dell'album Happy Nation, ma ricordo di averla imbarcata per il viaggio verso il mio primo congresso. Non mi ricordo che anno fosse, ma era l'anno che il nostro maggiolino familiare venne dotato di un motore nuovo. Lo stesso maggiolino arancione, con il quale ho imparato a guidare sui prati carsici e con il quale me ne sono andata, carica di due amici, pentole, bagagli e una bici legata sul tetto, a studiare lontana da casa. Ma questa é un'altra storia.
Mi ricordo della preoccupazione di tenere il volume dell'autoradio bassissimo, in modo da non disturbare mio padre con la musica 'fastidiosa', il sovracitato album, appunto. Mi ricordo i 900 km da Trieste a Dresden, senza poter superare i 100 km orari, perché il motore aveva bisogno di rodaggio. Mi ricordo di aver fatto da navigatore, uno di quelli che si appisola e subito il conducente esce dall'autostrada, immancabilmente entrando in panico. Ricordo la scalinata interna in vetro dell'albergo e la colazione buffet con mille tipi di formaggi, pasticcini e frutta, il gusto di quel frutto strano e stellato, la carambola. La welcome reception con il primo assaggio del caviale e del salmone (solo anni dopo scopriró che le welcome reception sono quei buffet di solito sfarzosi che danno inizio ai congressi, pieni di sguardi circospetti, abbracci tra colleghi che si vedono solo ai congressi e studenti desiderosi di stringere la mano a quel signor professore del quale hanno meticolosamente ed avidamente studiato le opere, ammirandolo e annoverandolo tra le stelle. .... una stretta di mano che puó finire anche con un ballo di gruppo a ritmo di tequila sotól e musica mariachi in una serata d'estate messicana nel deserto del Chihuahua... ma anche questa é un'altra storia). Non mi hanno entusiasmata piú di tanto.
Dresden é stata rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale. L'hanno ricostruita completamente, ma non ho ricordi della cittá. C'é un lungo corridoio pieno di poster, dove mio padre sta discutendo cose a me incomprensibili con colleghi chimici. Il travagliato poster che vedeva come protagonista il molibdeno, se la memoria non m'inganna. La mensa universitaria con la fettina di manzo all'ananas. Ok, puó anche andare lo stile 'hawaiano'. Ma l''insalata francese con le albicocche sciroppate mi ha spezzata.
Le gemme del museo mineralogico mi hanno incantata. Siamo entrati in una mega cassaforte, con gemme di ogni colore sotto campane di vetro, improbabili frutti degli abissi terrestri. Forse é lí che é nata l'idea di studiare mineralogia.
Il rientro lungo 900 km, con l'immancabile momento di panico totale dopo aver sbagliato il bivio a Ljubljana, dovendo uscire a Grosuplje per poter riprendere l'autostrada. Allora esistevano ancora i bigliettai ai caselli autostradali, dove ritiravi il tuo bel bigliettino d'entrata, lo infilavi dietro il parasole, aprivi il finestrino per far entrare un po' di brezza serale nell'abitacolo e.... il bigliettino andava perso svolazzando fuori dalla macchina. 'Non abbiamo il biglietto. É volato fuori dalla finestra!' Papá..... sei credibilissimo.... Per fortuna abbiamo percorso la tratta a pagamento piú lunga e, biglietto o non biglietto, non cambiava niente.
I telepass e i bollini autostradali di oggi ci hanno un po' rubato la possibilitá di creare certi ricordi.