venerdì 11 ottobre 2013

Una sola parola: "O-marathon"

 O-marathon!
Più che una gara, un'avventura.
Tutti gli anni, da sei anni a questa parte, un gruppo di orientasti più o meno autolesionisti, si ritrovano dalle parti di Folgaria, passo Coe, per questa avventura di un giorno.
In realtà per quelli veri e forti, si tratta di una corsa un po' più lunga del normale. Si parla di 3 ore abbondanti di bosco.
Per il resto della truppa, siamo sulle 4 ore e più.
In molti vedono in questa gara una specie di test per capire se si è ancora capaci, se si è ancora abbastanza giovani, se il fisico ci segue o sono loro ad inseguirlo….
Se la testa va ancora o si sono perse tutte le speranze….
Ebbene, io faccio parte di quelli per i quali questa gara rappresenta qualcosa in più di una semplice gara (che tra l'altro di semplice ha veramente poco).
Quattro anni fa, più per caso che altro, parlottando con i famosi GOK (acronimo di????) mi feci convincere a partecipare alla mia prima O-marathon (seconda edizione).
Avevo praticamente abbandonato il mondo dell'orientamento o comunque lo frequentavo moooolto sporadicamente e praticamente solo in terra rossocrociata.
Si parlava di tre o quattro gare all'anno senza alcuna pretesa. L'allenamento c'era e tra le altre cose ero allenato più di quanto lo sia adesso.
In quell'occasione nasceva la mitica squadra d'orientamento dell'OK Bovec. Unico socio fondatore…io!
I ricordi di quella gara si limitano ai crampi manifestatisi a tre o quattro punti dalla fine. Fortunatamente riuscii a concludere la gara, ma i giorni a seguire mi videro camminare, o meglio arrancare, in condizioni abbastanza pietose.
L'edizione seguente mi vede partecipare ancora una volta come unico componente dell'OK Bovec, mentre l'anno dopo arriva Metka e i colori difesi sono quelli del Panda Valsugana.
L'anno scorso invece ci ha visti iscritti ma non partecipanti.
E arriviamo a quest'anno.

La gara doveva svolgersi a giugno, ma la neve ha causato lo spostamento ad inizio ottobre.
Personalmente credevo finita la mia stagione orientalistica con la prova di staffetta dei campionati italiani e avevo rimosso questo evento dal mio calendario biologico.
Invece, mi sono ritrovato a guardare con sgomento le lunghezze della gara di quest'anno. Quasi 33 chilometri sforzo…. Allora, normalmente una mia gara arriva al massimo massimo a 10/12 chilometri sforzo. Qui si tratta di tre volte tanto.
Mah, che dire, fare, pensare…. Iscriversi in M35 ha poco senso. L'O-marathon è la Gara per definizione ed in quanto tale va corsa in Elite. Non è che me l'ha consigliato il medico e nemmeno lo psicologo. Ma ripensandoci, forse, un giro da uno bravo prima o poi dovrò farlo.
Insomma, una settimana di pensieri vari sul perché andare, perché in elite ed infine sul ce la farò ad uscirne vivo deambulando in modo perlomeno onorevole il giorno dopo?
Tempo per tirarsi indietro non ce n'è. Il tempo meteo sembra essere contro di noi. Le previsioni danno freddo e pioggia.
Insomma, la gara si fa e speriamo in bene per la mia incolumità.
La cronaca della gara ve la risparmio. Mi limito ad alcuni pensieri sparsi. (che a posteriori risultano essere un po' più di un paio…)
Pronti via e mi insedio tranquillo tranquillo all'ultimo posto o nei d'intorni dell'ultimo posto. Poco importa, tanto il mio problema è di preservarmi e di finire la gara.
Il primo giro è tranquillo e lo finisco senza troppi patemi, a parte una strada/sentiero che in cartina proprio non riesco ad individuare.
Secondo giro.
Mi sento ancora discretamente bene. So di non essere ultimo, anche se la cosa continua a non preoccuparmi per niente. Faccio le mie scelte ed un po' più affaticato concludo il percorso.
Cambio chip, cambio carta e via per un nuovo punto numero uno.
Perché tutti i giri ripartono dall'uno.



Corricchio verso la prima lanterna e do un'occhiata al giro che mi aspetta. Cavoli, bello lunghetto. guardo le distanze e leggo 7 km con 200 m (circa). E penso….praticamente una mia tipica gara lunga.
Verso metà gara incrocio Metka che mi dice che è al secondo giro e che nella zona dei punti 3 e 4 è un bel casino.
Va beh, continuo, finisco la mia farfalla e vado verso gli ultimi punti.
Concludo il giro discretamente affaticato e nella testa continua a ronzarmi un pensiero.
Se il primo giro era intorno a 5 sforzo, il secondo giro era intorno ai 7, il terzo circa 9…
5 + 7 + 9  = 21
mmmm
33 - 21 = 12
no no, devo aver sbagliato qualcosa
l'ultimo giro non può essere 12 sforzo
in queste condizioni sarebbe impossibile correre (ok ok, non correvo più da metà secondo giro….) per così tanto
ultimo punto, consegno chip e cartina
prendo la cartina
guardo….

9 chilometri con 300 metri di dislivello!!!!
ma siete completamente PAZZI ???
Ho una certa età IO (infatti non dovrei essere in elite, ma questi sono particolari secondari)
12 SFORZO ????
Ok ok, io mi fermo
mi porto in zona borse e mi siedo bello tranquillo
tiro fuori la thermos, mi verso un bel the caldo
mi mangio una barretta e guardo sconsolato la cartina
è lunghissima, niente farfalle e tanti trattoni lunghi che io digerisco veramente poco e male
e poi….la in fondo, ci sono le lanterne 3 e 4, quelle di cui mi parlava male Metka quando l'ho incrociata….
va beh, mi faccio dare il camel back dal Dipa (grazieeeee, mi hai salvato!) e parto verso il primo punto.
sul tragitto incontro un Erebus Vicenza che mi guarda e mi dice "Io mi ritiro"
partiamo bene….
IO NO, per adesso proseguo, poi vedremo.
Le gambe mi fanno malissimo. L'indicatore di energia è sotto la riserva.
Ma chi se ne frega. Faccio qualche punto ancora e poi vediamo.
Arrivo alla 2 e mi dico che ne mancano solo ancora 13.
Una per volta e arrivo alla fine.
Guardo la 3 e vedo che la zona non è delle più semplici.
Decido di attaccarla nel modo più semplice possibile, senza inventarmi niente e….
mi ritrovo completamente perso, da solo, senza più riuscire a mettere a fuoco ne la cartina ne tantomeno le forme e la vegetazione che mi stanno intorno.
S F I N I T O
Sarä la fine della gara? Il secondo ritiro nel giro di un mese dopo quasi vent'anni di carriera orientalistica segnati da due soli ritiri per manifesta inferiorità?
Ci provo ancora un po', ma niente.
Finché non sbucano dal bosco altri due orientasti. quinti frazionismi delle staffette.
Con loro, dopo lunghe ricerche ed un ritrovato vigore, troviamo la 3. Ci incasiniamo sulla 4, ma la troviamo.
Andiamo alla 5 e ci incasiniamo di nuovo…
Sarà mica meglio se riprendo a fare gara da solo visto che mi sembra vadano sempre nella direzione opposto a dov'è il punto e a dove voglio andare io?
E così sia, ritorno a fare gara da solo.
6,7 ok
andando alla 8 c'è nuovamente vita. Incotro Bezzi e vedo in lontananza un altro Erebus e un non ben specificato orientista.
Il Bezzi mi dice che 8,9,10,11 sono ancora una mazzata, ma da lì in poi è tutta in discesa.
Proseguo con passo lento lento, ma veramente lento.
Alla 10 raggiungo l'orientista non ben identificato, il quale mi dice che l'Erebus si è ritirato.
Continuiamo fino alla fine insieme.
Poi, in vista della 100 l'ancora non identificato orientista sprinta e va a concludere davanti a me.
Io non ce la faccio a correre più forte di così (ovvero a circa un ritmo pari ad un pensionato che si avvicina ad un cantiere edile…) e lo lascio fare, anche se sinceramente non vedo il motivo per correre così.
Va beh.
Arrivo ULTIMO, ma arrivo.
Chiudo ufficialmente la sesta edizione della O-marathon.
Sette ore e quattordici minuti.
Sessantatre minuti alla 3. SESSANTATRE MINUTI?????
Eh sì, il punto più lungo della mia vita.
Poi ho scoperto che li si sono ritirati in molti.
Che siamo partiti in 19 elite ed abbiamo concluso in 9.
Che non sono allenato.
Che non so se rifarò l'O-marathon in elite (a questa non ci credo nemmeno io….)
Che la differenza tra un eroe e un deficiente è minima. E non so ancora se essere stato in giro 7 ore e 14 sia una cosa da eroe o da deficiente.
Probabilmente non c'è una risposta univoca.
L'importante è che il lunedì seguente sia stato in grado di camminare, non molto sciolto, ma camminavo.

Questa gara è una brutta bestia, ti ammazza di testa e di fisico.
Se non la finisci la testa non te lo perdona.
Se la finisci il fisico non te lo perdona e la testa….nemmeno.

Mah si, va provata, va corsa, va finita, oppure no….
Bisogna fare quello che si riesce senza pensarci troppo.
É onorevole finirla, ma anche non finirla.
L'importante é capire il proprio limite e non oltrepassarlo….troppo.
Perché in questa gara, per la maggior parte delle persone (parlo di quelli che stanno in giro più di 4/5 ore) il limite si oltrepassa, bisogna non oltrepassarlo troppo.
Bisogna evitare di farsi del male. Il ritiro è una soluzione. Finire camminando è un'altra.

Ci vediamo alla prossima O-marathon :)

Finish.