venerdì 1 febbraio 2013

Sfogo di un ultrà lariano

...e con ieri sera la misura è colma.
Ormai l'incazzatura si sta trasformando in pura delusione e frustrazione.
Non sono mai stato uno con chissà quanta voglia di sbattersi a fare le cose, ma credo di aver sempre dato il mio contributo in modo sufficientemente affidabile quando mi è stato chiesto.
Raggiunta l'età di 36 anni, ed essendo rientrato a pieno titolo nel mondo del mio sport, gareggiando più di quanto abbia mai fatto e partecipando all'organizzazione di alcuni eventi della mia società ed anche di società amiche o presunte tali, ho deciso di provare a dare qualcosa in più. Qualcosa che, a questa età, giovi ai ragazzi che entrano a far parte di questo movimento e che vorrebbero togliersi qualche soddisfazione.
Dico "a questa età" perchè, parliamoci chiaro e non prendiamoci per i fondelli, al nostro livello si può ancora correre per cercare di raggiungere qualche risultato che dia soddisfazioni personali, ma non per risultati di livello assoluto. Per me vincere la garetta dell'oratorio per portarsi a casa il salame o il panettone, ha poco senso. Le soddisfazioni personali sono aver corso bene, l'aver fatto scelte giuste, l'essere soddisfatto e stanco a fine gara. Oppure deluso e stanco, ma certo di aver fatto il massimo possibile in quell'occasione.
Tant'è che considero le premiazioni per le categorie master, un inutile spreco di risorse economiche ed umane...

Non so nemmeno da dove incominciare ad elencare tutti gli episodi che hanno colmato la misura.
Credo che andrò un po' a ruota libera cercando di fare il meno casino possibile.

Ho appena accennato ai master.
Ebbene, di certo non ho niente contro i master che si ammazzano di allenamenti e che sono competitivi come un atleta che cerca la qualificazione olimpica, ma non capisco e disapprovo quelli che si mettono a scegliere le gare guardando solo al possibile risultato ottenibile o che addirittura comprano in autogrill il premio per il presunto risultato da podio ottenuto.
Quelli che cercano il risultato a tutti i costi, andando magari a sfociare in atteggiamenti che di sportivo hanno poco o niente.
Quelli che vedono il ragazzino in difficoltà in gara e che non si fermano perchè altrimenti perderebbero secondi preziosi che li allontanerebbe dal tanto agognato panettone.
Quelli che a fine gara, dopo aver fatto una cappella clamorosa, vanno a lamentarsi con gli organizzatori per la gara schifosa.
Quelli che non si sbattono mai ed hanno il coraggio di scagliarsi contro la gente che magari non ha le loro stesse capacità ma che le mette a disposizione per poter dare una giornata di sport a tutti noi.
E credo che potrei andare avanti fino a domani mattina senza esaurire gli esempi.

Nell'ultimo anno mi sono fatto un'idea pessima del movimento orientistico italiano e non.
Ho smesso di frequentare assiduamente le gare sei o sette anni fa, quando in Lombardia le presenze alle gare si attestavano sui 300 atleti (se la memoria non mi tradisce) e ho scoperto che al giorno d'oggi quando si superano i 150 partecipanti bisogna far sventolare le bandiere a festa.
Metà del movimento orientistico è sparito!
Dove sono finiti tutti?
Capisco la crisi, i ben noti problemi economici che sta attraversando l'Italia e che non hanno di certo lasciato in pace le altre nazioni europee, ma questo non credo possa giustificare un così massiccio crollo di partecipazioni.
Sono sicuro che ai piani alti se ne siano accorti e che stiano facendo il possibile per recuperare il terreno perduto, ma sono altrettanto sicuro che difficilmente, in tempi brevi, riusciranno a fermare l'emorragia e tantomeno a far risalire quelle cifre. Felice di essere smentito dai fatti...
Cos'ho visto io nel mio piccolo?
Società che si fanno la guerra per delle cavolate, o per quelle che io vedo come cavolate e loro evidentemente come fatti di importanza capitale.
Ho partecipato all'organizzazione di una gara aiutando le già citate società amiche o presunte tali, e mi sono ritrovato in mezzo ad una discussione di dieci minuti per un problema risolvibile in due minuti per una perdita di tempo totale di più di un quarto d'ora. Cavoli, stiamo organizzando, è successo questo fatto, tu mi puoi aiutare e risolvere il problema in due minuti e cosa fai? Polemica sterile di dieci minuti per poi contribuire alla soluzione? Ma non sarebbe stato più costruttivo risolvere il problema e poi, in separata sede, mettere a conoscenza gli organizzatori della cappellata fatta?
E poi, state organizzando una gara insieme. Lo scopo è farla funzionare e non creare problemi. DOPO va fatto presente che sono stati fatti degli errori...non durante.

Quest'anno ho scoperto un nuovo modo di fare gare ed ho conosciuto nuove persone e nuovi...problemi!
Un ambiente molto ristretto che vuole rimanere tale e che chiude tutte le porte all'ingresso di altri partecipanti, a meno che questi non siano proprio convinti e che se ne freghino un po' di quello che gli accade intorno. Ritorniamo al discorso dei master, applicato ad un ambiente diverso. Meno siamo, più possibilità abbiamo di andare a gareggiare in giro per il mondo rappresentando il meglio del movimento italiano e a livello nazionale facciamo razzia di salami e panettoni.
Ma non sarebbe più bello battere più persone, aumentare la competitività e gli avversari?
Allargare il movimento?
Migliorarsi?
Sarà che ho un concetto di sport proprio limitato io...

Lasciamo poi perdere il clamoroso buco regolamentare o l'ingiustizia regolamentare che obbliga gli italiani a tesserarsi a società italiane per essere considerati italiani.
Solo perchè gli italiani in questione non sono atleti di livello assoluto e quindi possono essere maltrattati senza troppi problemi.
Allora perchè i vari Rebellin, Lo Bianco, Ortolani e via dicendo, vengono convocati per le squadre nazionali nonostante siano tesserati per delle società non italiane? Perchè sono italiani?
Ecco appunto, lasciamo perdere...

Ma torniamo a quello che dovrebbe essere lo scopo di un movimento sportivo.
Avvicinare gente, organizzare eventi, allenare, consigliare, invogliare.
Ma no, anche qui la mia visione è troppo semplicistica.
Noi siamo gli inventori ed i seguaci del famoso "ufficio complicazione affari semplici"
Senza andare lontano, oltreconfine le gare vengono tracciate da chi si mette a disposizione. Da chi crede di avere le forze, il tempo e la voglia di mettersi a disposizione della propria società.
Non c'è bisogno di aver fatto corsi, diplomi, lauree. Uno traccia e basta. Viene aiutato da qualcuno di più competente (se necessario) e di conseguenza consigliato e seguito. Poi se avrà fatto un buon lavoro e se avrà ancora voglia e tempo, si metterà a disposizione di nuovo. Se invece avrà fatto un lavoro poco soddisfacente e penserà di non poter fare meglio, lascerà perdere.
Insomma, sarà il risultato ottenuto a giudicare, non un esame che lascia il tempo che trova.
Perchè ormai tutti dobbiamo avere corsi, diplomi, lauree che attestano la nostra competenza!
Ma una volta messi nella situazione di dover applicare le nostre conoscenze, sarà la controparte o l'utente che giudicherà il nostro operato.
E siccome non stiamo parlando di costruire lo shuttle, non sarebbe il caso di smetterla di complicare l'allestimento degli eventi chiedendo che gli organizzatori siano composti da mille figure con pezzi di carta che certificano delle competenze che all'atto pratico risultano essere pessime ed in alcuni casi anche dannose?
Ho visto eventi organizzati perfettamente da una sola persona, e costui non era superman, era solo un ragazzo pieno di voglia ed iniziativa che ha allestito una gara con quasi cento partecipanti.
Posa, partenza, tre categorie, arrivo, classifiche, premiazioni e ritiro punti.
Noi no!
La carta deve essere in scala 15000 anche se non si legge un cavolo di niente, ci deve essere un ristoro stile matrimonio, la formula di gara deve essere per forza all'interno di determinati parametri perchè stiamo sempre organizzando i mondiali, le cartine devo essere sempre nuove perchè correre per due volte di fila sulla stessa cartina è una schifezza, una gara in un parco non è una gara e così via...
Ma stiamo cercando di avvicinare la gente o di allontanarla definitivamente?

Un ragazzino arriva ad una promozionale e rimane colpito ed interessato allo sport.
Chiede quando c'è la prossima gara o il prossimo allenamento e scopre che il prossimo evento nelle vicinanze di casa è fra due mesi, ma c'è una gara bellissima in guatemala la domenica seguente.
Cosa pensate faccia? Torna a casa a giocare con la console oppure va a giocare a calcio.
Perchè anche gli allenamenti sembrano una cosa da setta satanica.
Ci sono, ma ogni società fa il suo allenamentino nel suo orticello senza dire niente a nessuno.
Sembra che durante questi allenamenti vengano spiegate tecniche segrete che portano diretti ai salami ed ai panettoni.
E le cartine, LE CARTINE!!!!
Le cartine sono dei beni preziosissimi che contengono il sapere assoluto.
Uno che volesse una cartina per organizzare qualche allenamento NON segreto, verrà sottoposto ad un interrogatorio tipo Gestapo e dovrà giurare e spergiurare di non usarle in modo improprio.
E mai e poi mai gli verranno dati i file elettronici delle stesse, perchè con quelli scoprirà cose che noi anarchici senza setta, non dobbiamo sapere.
Ma ditemi un po', con un file di una cartina, cosa cavolo ci posso fare io?
Se organizzo un bell'allenamento (starà poi ai partecipanti giudicare se sia bello o meno) e rendo partecipe più gente possibile, qual è il problema?
L'interazione delle sette può provocare scontri da sedare con lacrimogeni e cariche?
Stiamo facendo tutti lo stesso sport, perchè dobbiamo complicarci così la vita?
Perchè stiamo cercando in tutti i modi di allontanare le persone da questo ambiente?
PERCHÈ?

Perchè ormai tutti guardano con disappunto e terrore gli altri che poi vengono marchiati come diversi.
Perchè tutti siamo ormai classificati in un qualche modo?
Perchè quello è di colore e quindi...
Quell'altro è un frontaliere e quindi...
Quello è di quella società e quindi...

Ormai se rubi qualcosa ti chiedono la nazionalità.
Se vuoi organizzare un allenamento ti chiedono di che società sei.
Se tiri un accendino ad una manifestazione in piazza ti chiedono per che squadra tifi.

Ma dove andremo a finire?

5 commenti:

  1. Grande e giusta riflessione!
    Se può esseri di consolazione è anche di questo che si sta discutendo in Consiglio Federale perchè, come te, tanti si sono resi conto di questa situazione.
    Ed è uno dei motivi per cui ho creduto di mettermi in gioco anche io perchè dopo 30 anni mi da davvero fastidio vedere che il movimento langue per non dire che si sta sfaldando...
    Ma un pò di ottitmismo lo dobbiamo avere; ci sono ancora Persone che pensano che il nostro sia uno sport sano, educativo e con dei principi che, se ben indirizzati, possono davvero essere un grande valore.

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  2. Sono d'accordo con te. Non lasciamo però spazio alle persone che hanno consentito o causato questa situazione deprimendoci e pensando che non c'è nulla da fare. Ci sono tante persone sinceramente appassionate all'orienteering, sparse quà e là per l'Italia, ma ci sono!! Credo si debba intervenire sui regolamenti affinchè non possa succedere che venga impedita l'organizzazione di un allenamento a causa di assurde rivalità tra società. Però, nel frattempo, non mollare! Se senti di poter organizzare, insegnare, spiegare, allenare...in qualche modo ce la farai :-)


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  3. Condivido pienamente! Come il tuo anche il pensiero di Cristina, non mollare!
    Grazie per aver riassunto quello che mi frulla dentro da anni e non ho mai potuto esprimere...
    Clizia

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  4. Analisi direi quasi perfetta.
    Resta fuori dall'analisi solo l'entusiasmo di chi vuole mandare avanti tutto nonostante le difficoltà come diceva Bepi.
    Gabriele Bettega

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  5. Non pensavo che questo post sarebbe risorto dalle ceneri dopo così tanto tempo.
    Mi fa piacere che condividiate il mio pensiero.
    Nel mio piccolo continuerò a cercare di fare qualcosa per questo sport e spero che con il vostro contributo sia più facile!

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