domenica 28 luglio 2013

Back in Scotland


Domenica 28 luglio, ore 8.05 AM, Cullen (...e non iniziate con le battutine), Scozia.
Situazione meteo, sole e cielo azzurro (ieri...), pioggerellina modello UK (...oggi)
Dopo aver affrontato un viaggio in treno con le mitiche ferrovie Nord (temperatura esterna 36°, temperatura interna 15°), il bus navetta T1->T2 (temperatura normale), il volo easyjet (nuovamente 15°) e lo spostamento in macchina da Edimburgo a Cullen (si ok, siamo in Cullen al mondo...) eccoci pronti per la prima colazione scozzese e poi per la prima tappa della 6 giorni di Scozia.

36 degrees C, overheated, still in Como, first train to catch
Tornando indietro di un giorno, l'arrivo a Edimburgo è già discretamente traumatico. Visto che la partenza di tutto è verso le 13, nessuno dei due è riuscito a pranzare e tantomeno a recuperare del cibo per il viaggio. Arrivati in Scozia, ci ritroviamo affamati ed intrattabili. Il grosso problema, al quale dovremo adeguarci nel più breve tempo possibile, è che la vita qui si svolge con ritmi totalmente diversi dai nostri. Alle 19 è quasi impossibile recuperare del cibo caldo. Le cucine dei pub sembra chiudano alle 19... Noi riusciamo dopo varie disavventure (saliamo sulla collina sbagliata, passiamo in un zona decisamente ambigua dove tante macchine parcheggiate in riva al mare, sono piene di uomini, uno per macchina, ed ogni tanto sbuca qualcuno di loro dai bushes con fare un po' trasognato...) arriviamo ad un pub. Sono le 2215 locali, 2315 per noi, e ovviamente di cibo non se ne parla. Le uniche cose che si possono comprare sono birra e pacchetti di patatine. Direi che come inizio non è male.
Edinburgh and blue sky :)

Dinner...



La seconda cena sarà a base di Fish & Chips e Coca Cola...netto miglioramento verso non so dove.
Speriamo tanto nella cena di stasera e ancor di più nella colazione di stamattina.
Ieri... visita veloce ad Edimburgo, colazione in un posto carino a base di tea, uova e salmone; sortita veloce in libreria per recuperare una guida e a sorpresa due libri da leggere durante il viaggio; spostamento verso nord rendendoci parte dell'esodo scozzese verso le rinomate località balneari nazionali (credo che la parte balneare delle località non si riferisca al mare ma all'acqua che viene giù dal cielo); tappa alla distilleria di Dewar's; deviazione veloce in un'amena località delle Higlands dove riusciamo a fare provviste ed infine arrivo a Cullen.
Ah dimenticavo, ad Edimburgo c'è stata la solita tappa al negozietto di Backed Potatoes. Me le ricordavo un po' meno aggressive...

Edinburgh


Backed Potato. Medium size. One filling. Mission aborted after two days...
Is this the "right" lane???? Where is the first gear????!!!! .... heading North on M90
Murray's Whisky Bible 2013

Dewar's distillery museum, Aberfeldy

Dewar's distillery, Aberfeldy


First stop at the gas station, Forres

Cullen's beach

Low tide, Cullen

Cullen

Three Kings, Cullen




giovedì 20 giugno 2013

Happy nation

https://www.youtube.com/watch?v=WewhSwe3pnw

Questo era il tormentone di oggi su Radio 105, All that she wants degli Ace of Base.
Erano gli anni '90 e la musica si ascoltava ancora sulle cassette.
Non riesco a ricordarmi la provenienza di quella copia dell'album Happy Nation, ma ricordo di averla imbarcata per il viaggio verso il mio primo congresso. Non mi ricordo che anno fosse, ma era l'anno che il nostro maggiolino familiare venne dotato di un motore nuovo. Lo stesso maggiolino arancione, con il quale ho imparato a guidare sui prati carsici e con il quale me ne sono andata, carica di due amici, pentole, bagagli e una bici legata sul tetto, a studiare lontana da casa. Ma questa é un'altra storia.
Mi ricordo della preoccupazione di tenere il volume dell'autoradio bassissimo, in modo da non disturbare mio padre con la musica 'fastidiosa', il sovracitato album, appunto. Mi ricordo i 900 km da Trieste a Dresden, senza poter superare i 100 km orari, perché il motore aveva bisogno di rodaggio. Mi ricordo di aver fatto da navigatore, uno di quelli che si appisola e subito il conducente esce dall'autostrada, immancabilmente entrando in panico. Ricordo la scalinata interna in vetro dell'albergo e la colazione buffet con mille tipi di formaggi, pasticcini e frutta, il gusto di quel frutto strano e stellato, la carambola. La welcome reception con il primo assaggio del caviale e del salmone (solo anni dopo scopriró che le welcome reception sono quei buffet di solito sfarzosi che danno inizio ai congressi, pieni di sguardi circospetti, abbracci tra colleghi che si vedono solo ai congressi e studenti desiderosi di stringere la mano a quel signor professore del quale hanno meticolosamente ed avidamente studiato le opere, ammirandolo e annoverandolo tra le stelle. .... una stretta di mano che puó finire anche con un ballo di gruppo a ritmo di tequila sotól e musica mariachi in una serata d'estate messicana nel deserto del Chihuahua... ma anche questa é un'altra storia). Non mi hanno entusiasmata piú di tanto.
Dresden é stata rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale. L'hanno ricostruita completamente, ma non ho ricordi della cittá. C'é un lungo corridoio pieno di poster, dove mio padre sta discutendo cose a me incomprensibili con colleghi chimici. Il travagliato poster che vedeva come protagonista il molibdeno, se la memoria non m'inganna. La mensa universitaria con la fettina di manzo all'ananas. Ok, puó anche andare lo stile 'hawaiano'. Ma l''insalata francese con le albicocche sciroppate mi ha spezzata.
Le gemme del museo mineralogico mi hanno incantata. Siamo entrati in una mega cassaforte, con gemme di ogni colore sotto campane di vetro, improbabili frutti degli abissi terrestri. Forse é lí che é nata l'idea di studiare mineralogia.
Il rientro lungo 900 km, con l'immancabile momento di panico totale dopo aver sbagliato il bivio a Ljubljana, dovendo uscire a Grosuplje per poter riprendere l'autostrada. Allora esistevano ancora i bigliettai ai caselli autostradali, dove ritiravi il tuo bel bigliettino d'entrata, lo infilavi dietro il parasole, aprivi il finestrino per far entrare un po' di brezza serale nell'abitacolo e.... il bigliettino andava perso svolazzando fuori dalla macchina. 'Non abbiamo il biglietto. É volato fuori dalla finestra!' Papá..... sei credibilissimo.... Per fortuna abbiamo percorso la tratta a pagamento piú lunga e, biglietto o non biglietto, non cambiava niente.
I telepass e i bollini autostradali di oggi ci hanno un po' rubato la possibilitá di creare certi ricordi.

martedì 7 maggio 2013

Degustazione birra - parte tre



Per il momento salto la parte due, visto che le foto sono "incastrate" nel cellulare....

E per la terza lezione, esercitazione di sapori principali

Salata
Dolce
Acida
Amara


martedì 23 aprile 2013

Degustazione birra - parte uno

C'è chi parla di gare e chi parla di birre.
Io parlo di birre, visto che di birra per correre non ne ho proprio.
Dopo l'ultimo allenamento con i miei amici della Scom, credo di aver toccato il fondo.
Ci siamo imbarcati (più loro che io) in un bel allenamento in salita.
Un trentaseienne, un venticinquenne ed un diciottenne.
Indovinate un po' chi erano i due davanti e chi quello che continuava ad inciampare nella propria lingua?
Ma si sa, gli amici servono per incitarti nel momento del bisogno e nel cercare di aumentare gli stimoli quando ormai il fiato ed il fisico non ti aiutano.
Dopo nemmeno 10 minuti di salita, il qui presente scoppiato, aveva già accumulato i suoi bei 10/20 metri di distacco dal duo di testa. Fortunatamente i due magnanimi apripista alla fine dello strappo decidono di fermarsi ed uno dei due, in preda ad un commovente momento di pietà, si rivolge al povero inseguitore dalla lingua penzolante.
"Lo sai che se arriva un lupo tu sei proprio spacciato? Di solito cacciano il più vecchio, il più debole o l'ultimo del gruppo e tu in questo momento ricopri tutti e tre i ruoli!"
...grazie amico etologo...
...grazie del tuo appoggio morale...
La mia risposta?
"Se arrivasse il lupo, almeno sarebbe la fine di questa sofferenza, invece così mi tocca continuare la salita..."

...e comunque, dopo essermi sentito decisamente appesantito, fuori forma e vecchietto, il week-end ha comunque portato ad una agevole qualificazione alla finale A della categoria vecchietti non troppo vecchi, e ad un decente sedicesimo posto nella finale per il titolo. Oltre a delle ottime sensazioni durante la gara. Pochi errorini, poche sbavature e molto più corsa di quanto potesse farmi presagire il succitato episodio.

Ma veniamo a noi!
Degustazione della birra.
Prima lezione.
Storia della birra dai tempi di sumeri ed egizii, fino ai nostri tempi.
E degustazione di quattro birre, ancora senza analizzare in profondità le loro caratteristiche.

Promossa
Bocciata
Rimandata
Rimandata

I 20 secondi nei Boschi di Carrega

Di solito a metá gara mi appare la visione della birretta fresca e dissettante post-gara che diventa la mia motivazione piú forte. Ma domenica é stato il culatello ad aiutarmi a raggiungere il punto 10.
Sabato mattina non prometteva niente di bello. Cielo cupo, pioggia e grigiore plumbeo. Dopo una colazione all'insegna dell'ennesima spiegazione su cosa sia l'orientamento e che un po' d'acqua non ci puó fermare e che non ci vuole niente di soprannaturale per sentirsi bambini e sguazzare felici nel fango in qualche rientranza nel bosco, abbiamo recuperato Attilio a Milano e... e poi si é aperto il cielo. Telefonare alla base di Milano-Precotto risultava quasi impossibile con il suono assordante delle goccie sulla macchina. Avvicinandosi a Sala Baganza (PR) la situazione sembrava calmarsi. Trovato il parcheggio grazie alle indicazioni stradali mediate dalla nostra base Milano-Precotto (la segnaletica CO era completamente assente) abbiamo assaggiato la consistenza del terreno che ci aspettava in quei due giorni di gare: argilla scivolosissima e bagnatissima.
Negli ultimi due anni ho imparato che i campionati italiani middle si svolgono in due giorni. Il primo giorno ci sono le qualificazioni, dove i concorrenti vengono di solito divisi in due batterie con due percorsi diversi, ma equivalenti. Si qualifica nella finale del giorno seguente la metá dei concorrenti in ciascuna delle due batterie. Avendo raggiunto ormai una certa etá, ho deciso di correre i campionati nella categoria master (W35+), riservandomi al categoria assoluta per le gare di Coppa, all'insegna dell'allenamento. Giusto per...
Qualificazioni W35+

Finale W35+

Ciacole, saluti, battute, trotellare verso la partenza... e via. Percorso all'insegna di tracce di cinghiali, scivolate su pendii argillosi e altrettante arrampicate disperate per i canaloni incredibilmente scivolosi. Comunque, sia io che Kristian ci siamo qualificati per la finale. Nel frattempo, i piú piccoli muniti di salopette impermeabili si stavano felicemente inzuppando nelle pozzanghere in zona arrivo, con facce e bocche imbrattate di fango, quando i genitori li alzavano dalla melma, fradici ed infangati pure loro :)

Sprint finale delle qualificazioni

Il pomeriggio prevedeva una visita a qualche birrificio nei dintorni. Prima fermata: birrificio Toccalmatto di Fidenza. Speravamo in un aperitivo sul posto, ma ci siamo accontentati di due casse di birra. Anche perché l'alternativa era il ristorante adiacente, frequentato da signorine in tiro con cagnoline di nome Sissi e tutte chic, non tre mentecati stravolti ed infangati fuggiti dai Boschi di Carrega :)
La seconda fermata aveva un'aria particolare, mista tra un ambiente casalingo accogliente e una twilight zone: birrificio artigianale Panil di Torrechiara. Sotto un gazebo con locandine del 2008 la signora di casa ci ha servito due piatti di affettati e formaggio di un profumo incredibile, accompagnati da due birre dal gusto particolare, artigianali e a fermentazione spontanea, una bruna ed una bianca. Dopo una mezz'ora di estasi del palato, abbiamo fatto una piccola incursione tra gli scaffali del magazzino e ci siamo ritirati sorridenti nei rispettivi alberghi. Cena tipica locale a base di torta fritta, culatello, tortelli e tortini di zucca, seguita da un raduno pandino in camera ed una ronfata colossale.
La domenica della finale. Ho cercato di svuotare la testa dalle aspettative (cosa difficilissima, dato gli anni di condizionamento) e di ricordarmi solo di correre, correre, correre, correre. Ho corso, corso, corso, mai cosí. Tiravo dove ero sicura di poterlo fare senza sbagliare, mi fermavo quando sentivo di non capirci piú nulla, come al punto 5. Un'avversaria ha infatti dimenticato di punzonare uno di quei punti facili, ma insidiosi tra quei meandri lungo il ruscello. Ho raggiunto un'altra avversaria partita prima di me viaggiando verso il punto 10, l'obbiettivo che mi ero posta in partenza. É lí che mi é apparso il culatello di Camilla. Ho buttato il titolo sbagliando il punto 12, ho corso come una dannata per recuperare l'errore fino alla fine e sono riuscita a conquistare il secondo posto con soli 20 secondi dalla prima. Nonostante il fastidio per i 20 secondi, la sensazione di essere stata capace di tenere testa a concorrenti con 30 anni d'esperienza, era incredibile :) La Dreher, alla faccia di tutti i birrifici artigianali e pregiati, non era mai stata cosí gustosa!


Podio W35+, Campionati Italiani CO Middle


Non hanno suonato l'inno nazionale, come qualcuno penserebbe, non ci abbiamo guadagnato niente, tranne qualche zecca, graffi e ginocchi neri. Uno sport troppo "piccolo"... Ma abbiamo passato due giorni in boschi verdeggianti e belli, tra cervi e cinghiali (c'era chi ha corso a due metri da una famiglia di cinghiali e chi ha guardato nuotare un piccolo cinghiale nel laghetto), scoprendo posti che altrimenti difficilmente avremmo visitato. E poi i sorrisi, la motivazione di andare avanti, che cosí ci serve in questo periodo, valgono oro :) Come la medaglia ricevuta dalle mani di una persona speciale.



lunedì 11 marzo 2013

Shadow in the blue

I've completly forgotten, but my mom remembered me about a Passport book I bought in the nineties while in high school. "The Maldives. The Paradise Isles of the Indian Ocean". A quite useless book, since I wasn't planning any trip at all. But internet was not available everywhere and books were still the most popular information carriers...
I had in mind another book, the Reader's Digest Sharks, which I've read front to back and to front, memorizing and dreaming about encountering these magnificent animals in my life.
It happened in February 2013, unexpected and amazing. 
On a dull Friday morning we headed to the main Milano airport for a flight to an exotic, dreamt-of, never seen destination. At least for me.
Maldives.
My life has brought me to a turning point, where I feel I'm not entirely capable of understanding the flow I'm cruising with. So I just went for it. 
As I stepped off the plane in Malé, I flashed back to Baja California, to the moisty and hot climate, to the quirky feeling somewhere in between sweating and pure connecting with the place. We've sat at the airport bar, sipping a fruit cocktail and letting the surrounding invade our pores.
Ready? 1, 2, 3, jump! And my eyes opened to my very first tropical reef scenery. "Castagnole!" (i.e. Chromis chromis, the small fishes you see in the Adriatic, dark when adult, electric blue when juvenile). Then I accepted the fact, that I was diving in the Maldives and that damselfishes were swimming hundreds of miles away. Some curious surgeon fishes have replaced them, dancing and smuggling among the bubbles we were leaving in the blue. And then I turned my head and saw my very first shark. A grey elegant figure swimming over the reef. I was too occupied with my diving gear to experience the encounter the way I've always imagined. But I guess that's the charm of peeping in an ancient and odd world, to human parameters. They are and they swim.
We have seen common reef sharks, grey sharks, I believe I've seen a tiger shark way in the blue (even if it sounds irreal, it's the most logical explanation of what I've seen, after excluding all the other possible fishes... and anyway, I love the thought!), we've been swimming with the calm figure of a whale shark. We' ve been lucky enough to float above a hammerhead shark.
At the end it's all about luck (beside the experience of the diving guides, which is simply amazing). The last day we woke up at 5:30 a.m. for a dawn dive into the blue, hoping to cross the path of the hammerhead sharks arising from the deep blue in the morning hours. We descended into the blue, set our buoyancy at -40m and waited. The most beautiful memory I've collected on this trip was the sight of the humble plancton, vivid blue particles disappearing into the depths. "My God, it's full of stars!" (thank you, A.C. Clarke). And then the sound of a steel stick banging on the air tank. Below, a majestic hammerhead shark slowly swims on his route to unknown destinations.
Our slow ascent to the surface was full of happy faces and smiling mounths hanging on the regulators.

p.s. finally Yiannis has published his collage of underwater impressions taken on the trip with Sachika. Check it at http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=0bysHS1omhw 

martedì 26 febbraio 2013

Relax maldiviano


 

Che dire?
Le Maldive sono sempre le Maldive.
Non avrei mai pensato di rimetterci piede a febbraio, ma non credo proprio sia il caso di lamentarsi.
Volo Emirates andata e ritorno via Dubai.
Arrivo a Male e dopo un'attesa di un paio d'ore, dovuta al mancato arrivo di una coppia australellenica, veniamo portati sulla nostra barchetta. La Sachika.

Sachika...

... and some moments from its decks.




Burraco





Breve ambientamente ed inizia l'avventura sottomarina che ci accompagnerà per tutta la settimana.
Le premesse erano di non fare tutte le immersioni previste (3 al giorno), ma poi ci siamo fatti prendere un pochino la mano e le abbiamo fatte tutte, unici della barca a riuscire nell'impresa.
La prima immersione è di ambientamento nostro e loro. Così abbiamo potuto provare l'attrezzatura e la pesata e loro hanno visto qual'è la nostra situazione.
A fine immersione facciamo conoscenza del buffet che scandirà le nostre giornate alternandosi alle immersioni. Niente da dire. Il cuoco sarà anche stato madiviano o pakistano (non l'ho capito) ma cucina veramente bene qualsiasi cosa, pasta compresa. Molto pesce, tanto piccante e tutto molto abbondante nonostante le fauci affamate dei dieci sub e dei quattro snorkelisti folli.
Dicevo, i tempi sono scanditi in modo costante e si susseguono freneticamente.
La giornata tipo è:
5.45 sveglia
6.00 colazione leggerissima + briefing pre immersione
6.30 dhoni (tipica imbarcazione maldiviana) e immersione
8.00 rientro dall'immersione e colazione abbondante
8.30 - 10.00 relax (io dormivo....)
10.30 briefing pre immersione
11.00 dhoni e immersione
12.30 pranzo (abbonante)
13.00 - 14.00 relax (ammetto che ogni tanto ho dormito anche in quest'occasione)
14.30 briefing pre immersione
15.00 dhoni e immersione
16.30 - 19.00 relax, visita a qualche isola, dormita (ancora si...)
19.30 cena
21.00 burraco
23.00 nanna
in pratica una costante alternanza tra letto, buffet, immersioni....

In the aquarium

On the dhoni: Mario & Kristian




Capitolo immersioni
Abbiamo visto tutto quello che speravamo di vedere.
Squali pinna bianca, grigi, nutrice, balena, martello
Mante, razze, aquile di mare
Pesci palla, pesci di barriera, pesci istrice, pesci sasso (stonefish)
Riccio ampolla, corona
insomma...tutto tutto tutto
Sbavate ed ammirate le foto che ha fatto Kerri cliccando su questo link http://www.flickr.com/photos/41211797@N00/8505892516/in/set-72157632847024823/
due nomination riguardanti le immersioni.
La prima è per la notturna, che per me è stata abbastanza traumatica.
Ho avuto problemi con il GAV che aveva il vizietto di bloccarsi nella posizione di gonfiaggio. Cosa poco simpatica specialmente se non sei in superficie. Il difetto mi ha obbligato ad usarlo in versione emergenza, ovvero dovevo gonfiarlo a fiato...cosa non proprio simpatica e comoda.
Il proseguo dell'immersione è stato gradevole fino a metà dell'avventura, quando ormai erano arrivati tutti i sub delle Maldive ed il fondale sembrava il set di Incontri ravvicinati del terzo tipo.
C'era talmente tanta luce che ad un certo punto ho deciso di spegnere la mia torcia perchè era assolutamente inutile.
Insomma, un godimento a metà nel vedere i vari pesci che normalmente non si fanno vedere di giorno o che comunque non sono attivi e non cacciano.
Le più curiose erano le razze che continuavano a girare e ad inseguire un po' la luce delle nostre torce ed un po' le prede. Sembrano veramente degli animali alieni quando si avventano sugli altri pesci e li mangiano.
L'altro elemento della notte è stato l'UOMO che era in giro sotto varie forme, con la torcia in mano a rompere le palle alla flora ed alla fauna marina...
La seconda nomination? Al momento non me la ricordo :(

Big Ali (photo by Mario)

A very popular desert island (photo by Mario)

Stingrays (photo by Mario)

Grey reef sharks and white tip sharks (photo by Mario)
Grey reef shark (photo by Antonio)

Napoleon fish (photo by Mario)

(photo by Mario)
(photo by Kerri)

(photo by Kerri)
Hanging at 5 m (photo by Antonio)


Whale shark (photo by Antonio)
Manta (photo by Antonio)
 
Manta (photo by Antonio)
 Capitolo isole
Ne abbiamo visitate tre.

Una abitata da locali con scuole, negozietti e ovviamente abitanti del luogo.
Su questa isola c'era anche il manicomio delle Maldive dove a detta della nostra guida, quando si entra si viene abbandonati dai parente e dopo 9/12 mesi si passa a miglior vita... Mi sa tanto che le cure non sono proprio delle cure...
Abbiamo poi visto anche l'asilo che è stato costruito grazie alla donazione di Collina. Sì, proprio quel Collina, arbitro di calcio internazionale. Almeno qui il calcio ha portato qualcosa di buono.
C'è da dire che i maldiviani sono malati di calcio tanto quanto noi europei. Alcune pareti delle case erano dipinte con le bandiere delle squadre partecipanti agli ultimi europei nonché degli ultimi mondiali.
Prima di lasciare l'isola, la guida ci ha portato dritti dritti al negozietto dell'amico del comandante della nostra barca. Ovviamente se avevamo bisogno di comprare qualcosa, l'unica opzione era quel negozio. Nessuna possibilità di entrare in quelli di fianco.

House made of corals







Who lives in this house?




Una "disabitata"
Quest'isoletta disabitata, abitata da un paio di custodi che la tengono pulita. Perchè anche alle Maldive c'è il problema della pulizia dovuto all'inciviltà della razza umana che getta tutto quello che gli passa per le mani in mare e che la corrente prima o poi porta sulle spiagge di qualche isola.
Comunque, sull'isola è prevista una grigliata/cena. Tutto molto bello se non fosse che nel suo status di "disabitata" è previsto l'afflusso di altre quattro o cinque crociere, portando gli ospiti occasionali alla bella cifra di cento e più.
Va beh, è stato comunque bello e piacevole.




Barbecue on the beach


Fish, chicken, lamb and fish, fish, fish :)



L'ultima isola, ma solo in ordine temporale, è Male.
La capitale delle Maldive.
La visita si è svolta di venerdì che per i mussulmani è giorno di vacanza.
Quindi tutte le attività erano ridotte all'osso e la maggior parte dei negozi erano chiusi.
Per fortuna il mercato era aperto e anche qualche altro negozietto prettamente turistico.
Insomma il minimo indispensabile per lasciare parte dei nostri averi in Asia.
Città potenzialmente caotica, invasa da motorini di provenienza e marca sconosciute.
Gente assembrata nell'unico parco della città, o almeno nell'unico che abbiamo visto.
Nel complesso, interessante anche perchè avendola visitata l'ultimo giorno, ovvero il giorno durante il quale è vietato immergersi per poter poi prendere l'aereo l'indomani, non ci ha precluso alcuna visita al mondo subacqueo.

Malé



President's palace

King's tomb, Old Friday Mosque

Fishermens' boat

Fruit market

Gaumee Binaa
Jumhooree Maidhaan


Ci sarebbe tanto altro da raccontare, ma al momento non saprei quali e come descrivere gli altri episodi del viaggio.
Magari più in là scriverò ancora qualcosa.

Adesso lascio l'arduo compito di far parlare le immagini a Metka.
Un saluto a tutti.