giovedì 18 dicembre 2014

Ready to go

Valigie pronte, ore senza dormire in crescita...pronti alla lunga trasvolata fino alla terra dei canguri, sperando di ammazzare il jetleg nel piu breve tempo possibile.
Vi terremo aggiornati nel miglior modo possibile.

lunedì 3 novembre 2014

Sprazzi di vita quotidiana

Dopo un periodo di silenzio, riecco attivati i canali paralleli di questo blog. O perlomeno ci stiamo provando :) Un giorno, quando meno ve l'aspetterete, appariranno anche le storie arretrate. Per il momento diamo la parola alle immagini

WestNorthEast
New Zealand Diary

martedì 28 ottobre 2014

Ultra long sprint week-end

Troppo tempo e troppo silenzio.
Tante idee sparse e tanti momenti buoni per scrivere non sfruttati.
Questo è quanto è successo dall'ultima volta che è stato postato qualcosa sulla vita dell'Ok Bovec.

Per tentare di recuperare un minimo, partiamo dalla fine e cerchiamo di tornare prima o poi indietro a colmare gli spazi.

Il week-end passato è stato un week-end di lunghe corse e di lunghi viaggi.
Si parte da Como in un pomeriggio soleggiato. Si parte nel primo pomeriggio per riuscire ad arrivare alla meta (Capodistria) ad inizio serata, diciamo per le 20.
E qui iniziano i primi "dispiaceri" del fine settimana. Il viaggio si trascina tra code, soste più o meno inaspettate all'autogrill e traffico intenso. Raggiungiamo l'agognata meta solo in tarda serata, quando ormai l'ora di cena è passata da qualche ora.
Non demordiamo e ceniamo con la mitica Gibanica di mia nonna. Per chi non la conosce, trattasi di una specie di tortona salata fatta di pasta sfoglia e formaggio... C'è chi farebbe di tutto per poterla mangiare! Cerchiamo comunque di limitarci e di non esagerare con le fettine, evitando di far fare le porzioni a mia nonna, che ha la lieve tendenza ad esagerare. Ogni fetta potrebbe sfamare un paio di persone. Il giorno dopo abbiamo la GARA. Si parla del campionato sloveno ultra long a coppie. Abbiamo già affrontato questo impegno qualche anno fa, ma non siamo riusciti ad arrivare in fondo per non aver trovato un punto dopo quasi un'ora di ricerche.
La gara si svolge su una cartina 1:25000 del 1985 che tende a non riportare proprio tutto con precisione. Diciamo che dove vedi dei muretti in natura, non li trovi riportati in carta e viceversa.
Vediamo un po' se quest'anno la cosa funzionerà meglio e se riusciremo a portare a termine la nostra missione: FINIRE LA GARA E CLASSIFICARCI!


The map (front and rear) for the long course

Il sabato mattina, sveglia presto e via verso il ritrovo.
Da comunicato gara ci aspettano 22 km di gara su una cartina 1:25000 conditi da un veloce passaggio su una cartina 1:10000 da orientamento. Ci vestiamo, prepariamo gli zainetti con il camelbag e con qualche sale minerale e qualche barretta. Non dovrebbero servire, ma non si sa mai.
Partenza di massa e subito problemi al primo punto. Qui è anche un po' colpa nostra che ci facciamo portare fuori come dei neofiti. Dovremmo andare ad sud est ed invece poco a poco finiamo verso sud e quando sbuchiamo sulla strada che stavamo puntando, non torna niente. Per fortuna capiamo subito di essere troppo a sud e recuperiamo la posizione. Diciamo che con un po' di fortuna ed un po' di intuito orientistico, raggiungiamo il primo punto. Sinceramente, ancora adesso non capisco come abbiamo fatto ad arrivarci, ma l'importante è averlo trovato. Meno 13 alla fine.
Il secondo punto, nonostante altri errori di navigazione, arriva senza troppi problemi. Il terzo è un'altro mistero. Ci arriviamo...ma dovevamo arrivare da ovest, invece lo raggiungiamo arrivando da est. Evidentemente la strada che prendiamo, che stranamente è segnata in cartina, è giusta, ma tende a fare un giro che non ha niente a che fare con quello che dice la cartina. Comunque punto raggiunto e siamo a meno 11. Il quarto ed il quinto arrivano senza problemi. Qui inizia il giro nella cartina da orientamento e non abbiamo assolutamente problemi. Siamo ormai al punto undici e ne mancano solo 3. Ormai la gara è in discesa. Da qui si unisce a noi un cagnetto che non ha minimamente idea di a cosa stia andando incontro. Per la verità nemmeno noi abbiamo idea di cosa ci aspetta. Intanto il Garmin dice che abbiamo percorso 22 km... Ma la gara non doveva essere proprio di 22 km? Va beh, si sa che bisogna fare qualche chilometrino in più rispetto a quanto dichiarato dal tracciatore.
Our fellow companion refreshing in a puddle

I punti seguenti sono terribili. Qualcosa di molto provante... Alla tredici siamo sull'orlo del ritiro. Non abbiamo idea di dove siamo. In cartina non torna niente. In qualche modo arriviamo al punto.
Dal ritrovo ci telefonano per sapere se siamo ancora tutti interi. Siamo alla settima ora di gara.
Dobbiamo farcela!
Manca un punto!
Ma è lontanissimo...
Decidiamo di arrivare al punto e poi chiamare aiuto e farci venire a prendere.
Con estrema fatica raggiungiamo la zona punto, ma il punto non c'è! Io ho i crampi e ormai non ne ho più. Metka sta meglio, ma ormai è una questione di nervi e dobbiamo riuscire a portare a termine la missione.
Quando ormai siamo rassegnati, intravedo tra gli arbusti un inequivocabile oggetto arancione. E' lui, il punto numero quattordici. L'ultimo punto!!!
Ok. punzoniamo e...dai, la descrizione punti dice che adesso c'è uno sprint di 3.5 chilometri fino all'arrivo. TRE CHILOMETRI E MEZZO??????
Dai dai, andiamo.
The 3.5 km final sprint...
A fatica arriviamo sulla strada principale e da li mancano circa due chilometri.
Mentre camminiamo, arrivano degli amici a rifocillarci con acqua, banane, barrette.... MITICI! Grazie!
Ovviamente a questo punto il ritiro non è un'opzione.
Si cammina fino in fondo.
All'arrivo, ormai non c'è praticamente più nessuno.
C'è però la tanto agognata Jota ad aspettarci.
Dopo 42 km e 1000 metri di dislivello, si avete letto bene, i 22 km sono diventati 42, la Jota è spettacolare!
Gara finita! Il mostro è stato domato e molto probabilmente non ci vedrà mai più alla partenza.
Si rientra a casa a Capodistria. Il giorno dopo ci aspetta il campionato a staffetta sprint mista con Grega. Ce la faremo? Per il momento pensiamo a mangiare qualcosa e a dormire.

L'indomani la situazione é molto meno grave del previsto.
Ci uniamo alla spedizione "punto K" e salpiamo alla volta di Lubiana dove con qualche piccolo problema troviamo il luogo della gara.
Fossimo in Italia, la squalifica sarebbe dietro l'angolo visto che dal parcheggio al ritrovo, passiamo inesorabilmente in cartina in mezzo ai punto. Ma si sa, qui lo sport é visto come sport e a nessuno viene in mente di lamentarsi minimamente.
Gara divertente. Le gambe, più o meno, girano e in poco più di venti minuti do il cambio a Metka che però riesce a mancare un punto....PM. Grega parte comunque e conclude il giro in 51 minuti. Peccato per i primi due punti che gli hanno mangiato ben 21 minuti di gara, altrimenti avrebbe fatto una prestazione di tutto rispetto. Considerando che si trattava della sua seconda gara in assuluto e che é completamente a digiuno da orientamento.

Qui ci salutiamo con Grega e ripartiamo alla volta di Como.
Ci aspettano un passaggio in macchina fino a Trieste, tre treni e un taxi per raggiungere Como. Seguiti da un breve tragitto in macchina con pit stop alla nostra pizzeria ufficiale.

Week-end impegnativo, ma ne é valsa la pena!
Alla prossima.

lunedì 6 gennaio 2014

Sylvester 2013

Per il terzo anno conscutivo, l'OK Bovec decide di partecipare alla 5 giorni del Belgio di fine anno.
Tanto per cambiare, quando ci chiedono la nostra destinazione per le vacanze e si sentono dire "Belgio", le persone fanno facce strane e ci guardano come se fossimo degli alieni o dei diversamente intelligenti. Ma tanto siamo abituati. Io un po' più di Metka, ma va bene così.
Anche quest'anno decidiamo di partire con l'instancabile ed indomita Punto.
Pianifichiamo puntigliosamente le tappe che ci porteranno ad Hasselt ed al nostro ormai famoso pornoMotel.
Due tappe scelte in pochi minuti e totalmente a caso. Vista la nostra propensione ad assaggiare birre sempre diverse, i due pernottamenti vengono pianificati in altrettanti alberghi muniti di birrificio o locale ben fornito.

Dinner in Rastatt
 Prima tappa Rastatt, appena sotto Karlsruhe. Scelta dettata principalmente per evitare il casino di una città che presumo sia grande ed incasinata. Arrivati nella piccola cittadina tedesca, troviamo il nostro albergo e scopriamo con disappunto che birrificio e ristorante sono assolutamente chiusi...
Inizialmente lo shock si accresce mentre l'omino addetto ci porta verso la stanza. Dopo un primo tentativo che finisce in una stanza con letti separati, chiediamo se c'è anche una possibile stanza con letto matrimoniale. Il gestore annuisce e torniamo alla ricezione per recuperare l'altra chiave. Da qui parte un giretto piuttosto inquietante. Si esce dalla ricezione, si esce dall'albergo, si entra in garage...passanda da una porticina inquietante si entra in quelli che sembrano essere i sotterrani. Una volta li....si scende O_O
Stavo già pensando che la stanza fosse una piccola celletta tipo stanza di isolamento di una prigione.
Fortunatamente a questo punto prendiamo un ascensore e saliamo di un paio di piani. Qui arriviamo alla stanza che ha una finestra, è spazioa e pulita. Salvi!
Per il resto niente da dire. Cena nel centro di Rastatt, dormitina e l'indomani colazione passeggiando per il mercato cittadino.



Seconda tappa Maastricht. Dalla Germania ci spostiamo in Olanda per continuare l'avvicinamento al Belgio. Veloce tappa a Colonia per vedere la famosa cattedrale. Il secondo albergo è in pratica un pub con stanze annesse. Anche qui la situazione è critica perchè il proprietario ci dice che nel giro di un'ora dal nostro arrivo chiuderà il locale. Fantastico...
Ma non ci diamo per sconfitti. Ci sistemiamo in stanza e poi scendiamo subito nel locale per un aperitivo con birra e polpettine di carne olandesi. Le polpettine sono un must, ma bisogna assolutamente stare attentissimi e non farsi prendere dalla fame e dalla foga. sembrano delle piccole palline carine e innocenti, ma oltre l'involucro di pan grattato c'è un nucleo che ha praticamente la stessa temperatura del metallo fuso. Siamo ai livelli del nucleo...della Terra. Dopo cena passeggiatina per il centro di Maastricht sotto una piogerellina incessante.


Köln
Fischmarkt, Köln

Maastricht
Xmas evening in Maastricht
Maastricht by night

Tappa finale. Prima di lasciare Maastricht, andiamo a vedere le miniere di San Pietro. Eravamo già passati di qui due anni fa, ma l'orario quel giorno ci fu avverso. Il gruppo aveva appena lasciato il ritrovo per inoltrarsi nelle miniere. Questa volta ci siamo documentati ed organizzati un po' meglio. Anche perchè essendo il giorno di Natale, il rischio di andare in bianco di nuovo era tanto.
Insomma, se vi capita, andate a visitare queste gallerie. All'origine erano 20.000 gallerie per 80 chilometri di estensione, adesso sono rimasti 8.000 gallerie per "soli" 20 chilometri. Il gruppo "inglese" era decisamente variopinto. Un italiano, una slovena, un bielorusso ed un tedesco con una bimba di lingua russo/tedesca. Viva l'Europa :)
Comunque, la guida era veramente simpatica e brava. Ci ha anche fatto provare il brivido dell'abbandono senza luce nel bel mezzo delle gallerie. Un modo veloce ed indolore per farci capire che li dentro senza luce sono ca...voli amari!
Plan of the cave system of St. Pietersberg in Maastricht
Two murales in the caves of St. Pietersberg


Siamo finalmente ad Hasselt. Qui, ormai c'è poco da dire e fare. In due anni abbiamo ormai visitato tutto il visitabile. Ehm, tutto il visitabile in questo periodo, visto che la maggior parte delle cose è CHIUSA tra il 23 dicembre ed il 7 gennaio.
Dimenticavo, prima di Hasselt, abbiamo fatto tappa a Liege per la nostra annuale visita ai mercatini di Natale più vecchi del Belgio. Il tutto per poter mangiare il nostro bel Jambon con Camembert fuso e per poter comprare il paté scoperto l'anno scorso. Missione compiuta. Purtroppo il paté l'abbiamo dovuto finire durante la permanenza in Belgio visto che quest'anno la versione sotto vuoto non era disponibile. Vi assicuro che era buonissimo. Fidatevi!
Jambon with camembert, La Chouffe and N'Ice Chouffe in Liege :)

Passiamo alle gare. I soliti cinque giorni di corsa folle. Perchè qui il dislivello è una variabele sconosciuta e quindi via di azimut e corsa corsa corsa.
Prima tappa abbastanza indolore senza lode e senza infamia.

Il secondo giorno è quello del WRE (World Ranking Event). Ovviamente è WRE sono per gli elite, ma noi quest'anno siamo iscritti in Elite...quindi...
La cosa particolare di questa gara è che ci forniranno di GPS e quindi saremo seguibili in diretta sul web. La mia gara non è stata delle migliori. Un paio di errorini prima di farmi prendere dal nervosismo per tutti questi Elite forti che continuavano a superarmi mentre arrancavo. Conclusione, cerco di star loro dietro affaticandomi ulteriormente e andando fuori giri di testa e di gambe. Questo non può far altro che portare ad un'altro errore che mi fa perdere minuti preziosi. A fine gara riesco per il secondo giorno di fila a non essere ultimo e quindi a raggiungere il mio obiettivo.
A Metka va decisamente peggio. Nel marasma dei mille punti posati, decide di non controllare un codice proprio nel momento sbagliato e quindi incappa in un PE.
Qualche giorno dopo abbiamo poi scoperto che la diretta sul web era praticamente impossibile da seguire per problemi di non ben definita natura, ma io la mia gara l'ho fatta con il coach che dall'alto mi dava indicazioni sul da farsi e un paio di volte mi ha "indicato" dove guardare per non incappare in altri errori. Grazie coach!

La terza tappa è quella dei 39 punti 39. Su una cartina più piccola di un A4 sono riusciti a mettermi 39 punti. La descrizione faceva il giro del mio braccio due volte... Tappa divertente ma funestata da una cavolata (ok, in realtà le cavolate sono state due, ma questa è quella più grossa) colossale. Dal punto 24 mi ritrovo, non so come, al 27 e vado completamente nel pallone. Penso di aver fatto cose a caso fino a quel punto e di essere fuori gara. Cerco di ritirarmi insieme e concludo gli ultimi 15 (praticamente una gara) punti con l'angoscia di essere fuori gara. Allo scarico tutto è ok e tiro un respiro di sollievo.


La quarta e la quinta tappa hanno il ritrovo nello stesso posto, ma si svolgono su due cartine totalmente diverse. La quarta tappa mi vede correre bene per la maggior parte della gara. A pochi punti dalla fine faccio una cavolata colossale e nella ricerca del punto rischio anche di lasciarci l'osso del collo. Mentre corro come una gallina impazzita, inciampo e cado in una delle numerose buche (nascoste) atterrando praticamente con tutto il peso sulla spalla e sulla faccia. CRACK
Rimango giù per qualche secondo mentre il sistema va in reboot.... Sembra tutto ok, anche se sono un po' frastoranto. Mi alzo, guardo in giro ed il mondo sembra abbastanza fermo e stabile, così continuo e finisco la gara. Peccato, senza quell'errore ne avrei messo dietro almento un'altro. Ma l'importante è che l'osso del collo è ancora al suo posto e che nei giorni a seguire non ha dato problemi.

La quinta ed ultima tappa è un disastro completo. Carta 1 a 7.500, io tarato sulla 10.000. Il primo punto arriva bello tranquillo e penso che la gara sarà tutta in discesa. Secondo punto errore, terzo errore, quarto ok, quinto errore, sesto errore, settimo errore, ottavo errore......insomma un piccolo purgatorio verso l'arrivo che si conclude con il super errore a tre punti dalla fine. Va beh, la cinque giorni è finita. Sono intero e non sono ultimo in classifica!

Hemelrijk, Hasselt

Westvleteren blonde @ Hemelrijk, Hasselt
Winterland Hasselt classics
 Di contorno alle varie tappe ci sono state le visite all'enclave belga in terra orange e la visita all'abbazia di Achel (St. Benedictus Abdij) per i nostri acquisti di birra. Una veloce visita ad Eindhoven per vedere e sfruttare i saldi olandesi (acquisti ZERO) e per rimangiare le famose polpette di prima. Una puntatina a Lommel, dove ogni anno passiamo e i soliti passaggi serali ad Hasselt, tra mercatini e centro.
Meat balls with La Trappe, Eindhoven
 

Glashuis, Lommel

Il rientro è tranquillo. Circa 10 ore di viaggio immersi nel sole. L'unica angoscia era quella di attraversare la Svizzera con il nostro "modesto" carico di birra. Grazie ai consigli di Stefano (guardia di confine svizzera) decidiamo di dichiarare tutto all'ingresso del territorio elvetico e tutto fila liscio. Anche se la guardia di confine di Basilea (che ovviamente non era Stefano) inizialmente mi guarda stranito quando voglio dichiarare della birra, specialmente quando gli dico quanta ne abbiamo e quando lui guarda verso la nostra macchina e mi chiede: "In that small car?"
Ma come dicevo, il 31 sera siamo a casa, contenti ma stanchi e quindi optiamo per un capodanno minimalista con pizza veloce in pizzeria e brindisi di mezzanotte senza troppi fronzoli.


Buon 2014 a tutti.

venerdì 11 ottobre 2013

Una sola parola: "O-marathon"

 O-marathon!
Più che una gara, un'avventura.
Tutti gli anni, da sei anni a questa parte, un gruppo di orientasti più o meno autolesionisti, si ritrovano dalle parti di Folgaria, passo Coe, per questa avventura di un giorno.
In realtà per quelli veri e forti, si tratta di una corsa un po' più lunga del normale. Si parla di 3 ore abbondanti di bosco.
Per il resto della truppa, siamo sulle 4 ore e più.
In molti vedono in questa gara una specie di test per capire se si è ancora capaci, se si è ancora abbastanza giovani, se il fisico ci segue o sono loro ad inseguirlo….
Se la testa va ancora o si sono perse tutte le speranze….
Ebbene, io faccio parte di quelli per i quali questa gara rappresenta qualcosa in più di una semplice gara (che tra l'altro di semplice ha veramente poco).
Quattro anni fa, più per caso che altro, parlottando con i famosi GOK (acronimo di????) mi feci convincere a partecipare alla mia prima O-marathon (seconda edizione).
Avevo praticamente abbandonato il mondo dell'orientamento o comunque lo frequentavo moooolto sporadicamente e praticamente solo in terra rossocrociata.
Si parlava di tre o quattro gare all'anno senza alcuna pretesa. L'allenamento c'era e tra le altre cose ero allenato più di quanto lo sia adesso.
In quell'occasione nasceva la mitica squadra d'orientamento dell'OK Bovec. Unico socio fondatore…io!
I ricordi di quella gara si limitano ai crampi manifestatisi a tre o quattro punti dalla fine. Fortunatamente riuscii a concludere la gara, ma i giorni a seguire mi videro camminare, o meglio arrancare, in condizioni abbastanza pietose.
L'edizione seguente mi vede partecipare ancora una volta come unico componente dell'OK Bovec, mentre l'anno dopo arriva Metka e i colori difesi sono quelli del Panda Valsugana.
L'anno scorso invece ci ha visti iscritti ma non partecipanti.
E arriviamo a quest'anno.

La gara doveva svolgersi a giugno, ma la neve ha causato lo spostamento ad inizio ottobre.
Personalmente credevo finita la mia stagione orientalistica con la prova di staffetta dei campionati italiani e avevo rimosso questo evento dal mio calendario biologico.
Invece, mi sono ritrovato a guardare con sgomento le lunghezze della gara di quest'anno. Quasi 33 chilometri sforzo…. Allora, normalmente una mia gara arriva al massimo massimo a 10/12 chilometri sforzo. Qui si tratta di tre volte tanto.
Mah, che dire, fare, pensare…. Iscriversi in M35 ha poco senso. L'O-marathon è la Gara per definizione ed in quanto tale va corsa in Elite. Non è che me l'ha consigliato il medico e nemmeno lo psicologo. Ma ripensandoci, forse, un giro da uno bravo prima o poi dovrò farlo.
Insomma, una settimana di pensieri vari sul perché andare, perché in elite ed infine sul ce la farò ad uscirne vivo deambulando in modo perlomeno onorevole il giorno dopo?
Tempo per tirarsi indietro non ce n'è. Il tempo meteo sembra essere contro di noi. Le previsioni danno freddo e pioggia.
Insomma, la gara si fa e speriamo in bene per la mia incolumità.
La cronaca della gara ve la risparmio. Mi limito ad alcuni pensieri sparsi. (che a posteriori risultano essere un po' più di un paio…)
Pronti via e mi insedio tranquillo tranquillo all'ultimo posto o nei d'intorni dell'ultimo posto. Poco importa, tanto il mio problema è di preservarmi e di finire la gara.
Il primo giro è tranquillo e lo finisco senza troppi patemi, a parte una strada/sentiero che in cartina proprio non riesco ad individuare.
Secondo giro.
Mi sento ancora discretamente bene. So di non essere ultimo, anche se la cosa continua a non preoccuparmi per niente. Faccio le mie scelte ed un po' più affaticato concludo il percorso.
Cambio chip, cambio carta e via per un nuovo punto numero uno.
Perché tutti i giri ripartono dall'uno.



Corricchio verso la prima lanterna e do un'occhiata al giro che mi aspetta. Cavoli, bello lunghetto. guardo le distanze e leggo 7 km con 200 m (circa). E penso….praticamente una mia tipica gara lunga.
Verso metà gara incrocio Metka che mi dice che è al secondo giro e che nella zona dei punti 3 e 4 è un bel casino.
Va beh, continuo, finisco la mia farfalla e vado verso gli ultimi punti.
Concludo il giro discretamente affaticato e nella testa continua a ronzarmi un pensiero.
Se il primo giro era intorno a 5 sforzo, il secondo giro era intorno ai 7, il terzo circa 9…
5 + 7 + 9  = 21
mmmm
33 - 21 = 12
no no, devo aver sbagliato qualcosa
l'ultimo giro non può essere 12 sforzo
in queste condizioni sarebbe impossibile correre (ok ok, non correvo più da metà secondo giro….) per così tanto
ultimo punto, consegno chip e cartina
prendo la cartina
guardo….

9 chilometri con 300 metri di dislivello!!!!
ma siete completamente PAZZI ???
Ho una certa età IO (infatti non dovrei essere in elite, ma questi sono particolari secondari)
12 SFORZO ????
Ok ok, io mi fermo
mi porto in zona borse e mi siedo bello tranquillo
tiro fuori la thermos, mi verso un bel the caldo
mi mangio una barretta e guardo sconsolato la cartina
è lunghissima, niente farfalle e tanti trattoni lunghi che io digerisco veramente poco e male
e poi….la in fondo, ci sono le lanterne 3 e 4, quelle di cui mi parlava male Metka quando l'ho incrociata….
va beh, mi faccio dare il camel back dal Dipa (grazieeeee, mi hai salvato!) e parto verso il primo punto.
sul tragitto incontro un Erebus Vicenza che mi guarda e mi dice "Io mi ritiro"
partiamo bene….
IO NO, per adesso proseguo, poi vedremo.
Le gambe mi fanno malissimo. L'indicatore di energia è sotto la riserva.
Ma chi se ne frega. Faccio qualche punto ancora e poi vediamo.
Arrivo alla 2 e mi dico che ne mancano solo ancora 13.
Una per volta e arrivo alla fine.
Guardo la 3 e vedo che la zona non è delle più semplici.
Decido di attaccarla nel modo più semplice possibile, senza inventarmi niente e….
mi ritrovo completamente perso, da solo, senza più riuscire a mettere a fuoco ne la cartina ne tantomeno le forme e la vegetazione che mi stanno intorno.
S F I N I T O
Sarä la fine della gara? Il secondo ritiro nel giro di un mese dopo quasi vent'anni di carriera orientalistica segnati da due soli ritiri per manifesta inferiorità?
Ci provo ancora un po', ma niente.
Finché non sbucano dal bosco altri due orientasti. quinti frazionismi delle staffette.
Con loro, dopo lunghe ricerche ed un ritrovato vigore, troviamo la 3. Ci incasiniamo sulla 4, ma la troviamo.
Andiamo alla 5 e ci incasiniamo di nuovo…
Sarà mica meglio se riprendo a fare gara da solo visto che mi sembra vadano sempre nella direzione opposto a dov'è il punto e a dove voglio andare io?
E così sia, ritorno a fare gara da solo.
6,7 ok
andando alla 8 c'è nuovamente vita. Incotro Bezzi e vedo in lontananza un altro Erebus e un non ben specificato orientista.
Il Bezzi mi dice che 8,9,10,11 sono ancora una mazzata, ma da lì in poi è tutta in discesa.
Proseguo con passo lento lento, ma veramente lento.
Alla 10 raggiungo l'orientista non ben identificato, il quale mi dice che l'Erebus si è ritirato.
Continuiamo fino alla fine insieme.
Poi, in vista della 100 l'ancora non identificato orientista sprinta e va a concludere davanti a me.
Io non ce la faccio a correre più forte di così (ovvero a circa un ritmo pari ad un pensionato che si avvicina ad un cantiere edile…) e lo lascio fare, anche se sinceramente non vedo il motivo per correre così.
Va beh.
Arrivo ULTIMO, ma arrivo.
Chiudo ufficialmente la sesta edizione della O-marathon.
Sette ore e quattordici minuti.
Sessantatre minuti alla 3. SESSANTATRE MINUTI?????
Eh sì, il punto più lungo della mia vita.
Poi ho scoperto che li si sono ritirati in molti.
Che siamo partiti in 19 elite ed abbiamo concluso in 9.
Che non sono allenato.
Che non so se rifarò l'O-marathon in elite (a questa non ci credo nemmeno io….)
Che la differenza tra un eroe e un deficiente è minima. E non so ancora se essere stato in giro 7 ore e 14 sia una cosa da eroe o da deficiente.
Probabilmente non c'è una risposta univoca.
L'importante è che il lunedì seguente sia stato in grado di camminare, non molto sciolto, ma camminavo.

Questa gara è una brutta bestia, ti ammazza di testa e di fisico.
Se non la finisci la testa non te lo perdona.
Se la finisci il fisico non te lo perdona e la testa….nemmeno.

Mah si, va provata, va corsa, va finita, oppure no….
Bisogna fare quello che si riesce senza pensarci troppo.
É onorevole finirla, ma anche non finirla.
L'importante é capire il proprio limite e non oltrepassarlo….troppo.
Perché in questa gara, per la maggior parte delle persone (parlo di quelli che stanno in giro più di 4/5 ore) il limite si oltrepassa, bisogna non oltrepassarlo troppo.
Bisogna evitare di farsi del male. Il ritiro è una soluzione. Finire camminando è un'altra.

Ci vediamo alla prossima O-marathon :)

Finish.

sabato 24 agosto 2013

Back home

Here we are, again on the road and again towards a two days of orienteering.
But we have to go back to Scotland to tell something about our last days abroad. Ok, we are actually abroad also at the moment, but this is our blog's next stop.
So, back to Skye!
The last day on Skye brought us to a boat trip to a nice lake in the middle of nowhere.
Unfortunately the weather hasn't been friendly to us. Typical scottish, winter, autumn, spring, but no summer that day.
The mission was to enjoy the landscape and to see a seal colony living in the bay we were sailing to. Mission accomplished.
A lot of bored and static seals sleeping on rocks were lazily looking at us, wondering who we were and what was our business over there…
During the short walk ashore we saw a couple running on the other side of the lake to confirm that we aren't the only crazy people running everywhere!
After this last trip on Skye, we drove to the famous and great town of Tarbert. Avoid it!!!!
We went there just because that was the only place where we found an available room.
And once there we understood why there were vacancies in Tarbert and why the room in that particular B&B was available.
The town is almost dead. Our B&B was…ehm…I want to be gentle…let me say just particular or eccentric.
A really old house, with an old gentleman running it.
If you need a place just to sleep, it's acceptable, but if you are looking for a B&B, go somewhere else.
What's wrong with Tarbert?
Almost nothing, but it is a town with a rich history of fishing and ferry traffic. And now no one is fishing any more and ferries went elsewhere. long time ago.
And what where  we doing in Tarbert?
Nothing, just sleeping the night before going to the whisky mecca, Islay!
Islay is the island where all the famous smoked whiskies are distilled. Unfortunately there weren't many ferries going there and all of them where fully booked.
The only chance to get there was without our car and having a lovely stroll.
The Ardbeg distillery is about 4 miles from Port Ellen and we hitchhiked over there quite easily.
The distillery tour was really nice. We have chosen the longer tour with the final tasting of all four Ardbeg whiskies.
A lot of history and a quite annoying german guy…
It was his fourth time in the distillery and he was acting like it was his house.
Insistently explaining things leaving the guide just politely smiling and touching everything.
But the most surprising fact occurred at the end of the tour.
During the tasting he took out a little bag full of empty miniature whisky bottles.
Yes…He'd filled four or five bottles with the whisky given for the tasting, labelled all of them and took them away.
My question is W H Y ???
Actually, I don't want to know.
After Ardbeg we went to see Lagavulin (it was completely empty, there was just a clearly bored girl sitting at the entrance desk) and Laphroig.
There we have tasted a couple of their whiskies and then walked on.

After we left Tarbert, we drove to Glasgow.
The last two days in Scotland were just 'watch and don't buy' days…
Our luggage was really really…really full!
We went to see the Scottish Owl Center and the Botanical Gardens of Glasgow.
The Scottish Owl Center is very interesting.
They have more than 200 owls belonging to 40 different species. A lot of them are trained and you can see them flying during a demonstration.
Altogether, we have seen two demonstrations and six different owls.
The funniest owl has been the last one.
A 45 days old owl. It started the show from a box. You could see just its small head peeping out of the box. It was watching around and thinking what to do.
Finally the trainer took the owl out of the box and placed it on the top of a pole.
Once there, the little owl began to stretch his wings and to look around.
It was just beginning to learn to fly, so no flying around but just looking around.
If you happen to be in Glasgow or in Edinburgh, go to see them!
What about the Botanical Gardens?
They are huge and…FREE!
So many plants from all over the world. Finally I'd managed to show Metka the strange tree from New Zealand. I've learnt during my trip in Kiwi-land that captain Cook have brought a sample of that tree to London thinking that he had discovered a new plant species. But later they discovered, that that particular tree species changes the shape of its leaves after reaching a 6 or 7 feet hight. And they have already discovered the adult version.
The tree we've seen in Glasgow was still young: in his short and young version. Now I have to find an old and high version.
Going to New Zealand to look for it? Who knows…
Once we finished admiring the glasshouses of the Botanical Garden, we stopped in the park. Glasgow was hosting an international Pipe Band competition in that period. Bands from everywhere took over the city and some of them where practising in the park at the botanical gardens. The band we listened to was from Canterbury, New Zealand (again kiwis…).
After some good music, the best thing to do is to go in a pub for a beer (An Mor is a good choice if you are in West End). We've chosen Ashton Lane. A really busy and nice street full of public bars. Then a typical scottish dinner at Karen's place (pizza!) and the last sleep before returning home.

Our only worry at the airport was the weight of my backpack. A perfect 20.1 kg weight. 20 kg was the maximum weight for the check-in luggage.

And now…driving towards Delemont for two days of Swiss orienteering.

venerdì 9 agosto 2013

Il cormocane ed i suoi amici

Diciamo che la tecnologia ultimamente non ci è del tutto amica, o forse ci è talmente amica da averci fatto staccare per un po' dal mondo "reale".
Tra spostamenti vari e passaggi in zone quasi disabitate, le nostre avventure scozzesi ci hanno portato a finire gli impegni agonistici e ad iniziare una personale scorribanda per i territori degli highlander.
Innanzitutto una breve parentesi sulla sei giorni. Purtroppo tra me e Metka, abbiamo infilato un paio di PM nelle ultime due gare. Quello di Metka è stato decisamente meno doloroso, in quanto è comunque riuscita a rientrare nella zona "Silver", ovvero nella parte di classifica dove i concorrenti vengono premiati (sostanzialmente pagando...) con il Silver Badge della competizione. Al contrario, il mio PM non mi ha permesso di rientrare nemmeno nella "Bronze" zone per soli due miseri punti.
Vorrà dire che fra due anni saremo di nuovo qui a lottare contro il tempo tra le dune e tra le felci!

Bye bye, Cullen!

Finite le gare, siamo partiti verso l'estremo nord per poi scendere in maniera non proprio decisa fino alla Mecca di molti amanti del whisky torbato, la tanto difficilmente raggiungibile isola di Islay.

RAF Roseisle
La salita verso nord ci ha portato a passare nelle zone meno densamente popolate del paese, ma con una natura spettacolare, specialmente quando il tempo non fa i capricci. E devo dire che di capricci ne ha fatto pochi per adesso. Quasi tutti i giorni abbiamo provato l'ebrezza delle quattro stagioni in ventiquattro ore. L'importante è che la successione delle stagioni sia buona. Inverno la mattina e la sera, autunno/primavera ed estate durante il giorno.
Difficile mettere insieme tutto quello che abbiamo fatto e visto, ma un piccolo riepilogo non si nega a nessuno.


Black Isle barley fields

Black Isle Brewery

Cadboll Stone replica, Glenmorangie

Unfortunate swift... Glenmorangie

The smallest Scottish ferry. Nigg to Comarty

Dicevamo, salendo abbiamo visto il passaggio di un gruppo di delfini del luogo, molto vicini ad un promontorio. Nello stesso posto è stato avvistato l'ormai mitico cormocane, di cui parlerò a parte (forse).
Ancora più in su (con i delfini ci trovavamo sulla Black Islay), abbiamo optato per un trekking alla nostra maniera. Gita alla Sandwood Bay. Normalmente è una passeggiata di mezza giornata che porta ad una spiaggia di sabbia totalmente deserta ed in teoria selvaggia. Nel nostro caso si è trattato di un bell'allenamento di circa un'ora e venti con pausa sulla spiaggia e sguardi sorpresi da parte delle persone che abbiamo incrociato.
Loch Na Gainimh

Over the Sandwood Beach

Sandwood Beach




Il seguente viaggio verso il B&B di turno, ci ha portato davanti alla casa di una coppia di signori. Peccato sia un tantinello fuori mano, ma questa coppia vende del salmone affumicato che è incredibilmente buono. Vi è anche la versione salmone sotto forma di paté! Altrettanto buona ma forse un po' troppo salata. Un paio di pacchetti sono ancora in macchina e spero che riescano ad arrivare sino a casa sani e salvi.
In sostanza, senza troppo girarci intorno, sono tre giorni che andiamo avanti a salmone con qualche piccola deviazione verso crostacei e molluschi. Cosa volete farci, qui si mangiano queste cose e noi non possiamo far altro che adeguarci ad i costumi locali!

Fashionable B&B in the middle of nowhere (Stoer, NW Highlands) with a bath...
... and a fashionable salmon-based meal with strawberries and sparkling wine, of course.

Scendiamo ancora e dopo una notte in mezzo al niente più assoluto, approdiamo sull'isola di Skye. Qui il racconto si ferma dopo aver detto che ci siamo organizzati un nuovo allenamento/trekking durante il quale mi sono veramente goduto la parte finale, e due gite, una su Handa (isola nota per la varietà di uccelli che ospita) e un giardino dove l'influsso della corrente del golfo permette la sopravvivenza di specie che qui non avrebbero nessuna possibilità di proliferare.
Per il momento passo e chiudo.